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Clementina Rabuffetti

Che fine hanno fatto le vecchie sagge?

Da Miopia n.30, settembre 1997, numero monotematico Il tempo di Ecate.

Clementina Rabuffetti è omeopata ed esercita in Berlino, anche con pubblico di lingua italiana.     Berliner Str. 140, 10715 Berlin–Wilmersdorf - Telefono (0049)030-7813904


“Tanto tanto tempo fa c’erano delle vecchie che vivevano i ritmi della natura, sapevano come guarire, avevano potere sulla malattia e il dolore”.

Sembra l’inizio di uni fiaba, invece è la nostra storia.

“Queste vecchie sagge erano fattucchiere, levatrici, guaritrici, praticavano un’arte sconosciuta ai maschi, un’arte che le donne si tramandavano di generazione in generazione. Non si trattava solo di conoscere le erbe, le pozioni, gli impiastri. Per diventare una vecchia saggia, bisognava capire i ritmi della vita, accettare che il giorno segue la notte, alla nascita la morte. Non c’erano università dove apprendere questo sapere, la vita era la prima scuola da frequentare, poi veniva l’apprendistato di una vecchia saggia che ti insegnava l’alta pratica del guarire e l’amore per la Grande Madre”.

Chissà com’era bello, direte voi. E avete ragione. Era sicuramente molto più bello che andare dal ginecologo, dall’internista o dallo psicologo.

Ma al potere non piaceva tutto ciò.

“La chiesa che difendeva la morale e la tradizione (ma non sapeva nulla di sangue mestruale, di latte che nutre, di ovulazioni segrete, non conosceva la Madre, anche se contribuiva a venerare S.Anna, S.Agata e altre sante eredi di Giunone Lucina) non poteva più tollerare che le donne si arrogassero il diritto di decidere se volevano un figlio o no, di stabilire quale era la levatrice del villaggio (1) e di scegliere in che modo partorire. E così intraprese una campagna per salvare la morale e togliere a queste donne il permesso di curare. Ci volle un po’ di tempo naturalmente per raggiungere lo scopo, ma verso la fine del 17° secolo non c’erano quasi più streghe in tutto il mondo occidentale”.

E i maschi cominciarono la scalata sotto le gonne delle donne per impadronirsi di settori come l’ostetricia, la ginecologia, il “controllo delle nascite”, l’igiene. I primi medici di formazione accademica che scrissero opere sul parto e sulle malattie femminili “rubarono” il sapere delle levatrici e le pubblicarono con i loro nomi.

Anche l’autorità civile fu ben felice del “cambio della guardia”, le vecchie sagge avevano troppo potere ai suoi occhi.

Per questo la collaborazione tra autorità civile e religiosa contro tutti gli esseri scomodi (streghe, eretici, diversi) fu così efficace: produsse più morti di quanti ne abbia sulla coscienza la follia nazista.

“Nel giro di due o tre secoli il volto dell’Europa cambiò... I nuovi medici non sapevano nulla per esperienza propria, non avevano mai avuto le mestruazioni, né partorito, né allattato, la menopausa poi (la soglia da passare per diventare vecchie sagge) gli faceva paura, una paura enorme, inspiegabile. Avevano paura del sangue mestruale e nello stesso tempo del sangue che non scorre più e si trasforma in saggezza. Per le donne cominciò un periodo di dolore e sofferenze: niente più controllo delle nascite, una gravidanza dopo l’altra, bambini spesso deboli e malaticci e infezioni prima sconosciute, “pazzia”, il numero delle morti per parto e per febbre puerperale salì alle stelle. La medicina ufficiale (se te la potevi permettere) non conosceva rimedi”.

Logico, il sapere era morto, bruciato sui roghi dell’Inquisizione. Alle donne non restava che rivolgersi alle varie Madonne del parto o del latte, sperando in un miracolo.

“Le vecchie sagge erano sparite, accecate, mutilate, torturate. La loro ‘colpa’ era stata quella di conoscere i rimedi che alleviano i dolori del parto, le erbe che fanno venire il latte, le pozioni che hanno effetto anticoncezionale. Avevano osato spiegare alle giovani donne i segreti della dea antica, avevano parlato di sessualità libera da costrizioni, avevano spiegato loro che cos’è il corpo di una donna, quali leggi lo governano”.

Il cristianesimo medievale odiava le donne. L’Inquisizione scrisse che nessuno è più dannoso delle levatrici per la fede cattolica. Alla fine del ‘500, per esempio, fu bruciata viva una nobildonna scozzese che aveva cercato di procurarsi presso un’ostetrica un rimedio per alleviare le doglie.

Per secoli la Chiesa vietò l’uso di qualunque rimedio antidolorifico durante il travaglio. Partorirai nel dolore , avevano detto a Eva.

Quando fu scoperto il cloroformio, se ne vietò l’uso per le donne: “Il cloroformio è una tentazione del diavolo”. In Inghilterra la regina Vittoria si oppose alla Chiesa e riuscì ad ottenere il cloroformio quando partorì l’ottavo figlio.

Negli Stati Uniti nell’800 fu vietato alle levatrici di praticare, chi osò opporsi finì in galera.

Fino all’inizio di questo secolo quasi tutti i medici rifiutavano di curare la febbre puerperale, allora così temuta perché quasi sempre mortale. Se una donna ne moriva , era “per volere di Dio” o perché se l’era meritato.

L’elenco degli orrori potrebbe continuare per un pezzo.

Nel corso dei secoli si fa sempre più difficile incontrare delle vecchie sagge. E oggi? Ci sono ancora?

“Piano piano ritorna l’antico sapere, in silenzio o a suon di coperchi, nel chiuso delle biblioteche o in mezzo alla natura. Piano piano ritorna la vecchia saggezza, piano piano ritorna la vita”.

Clementina Rabuffetti

1) “Già nel 12° secolo la Chiesa decise che se una donna osava curare senza aver studiato, era una strega e doveva morire.” (J. Michelet, La strega).

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