Mila Spini
Il sesso fantasma
Da Miopia n.33, febbraio 1999, numero monotematico ETEROSESSUALITÀ TRA CRISI DEL PATRIARCATO E LIBERTÀ FEMMINILE
L’hanno chiamato “il secondo sesso” oppure “il sesso inutile” o con simili espressioni di sottostima che velavano la disperazione delle donne per non essere capite e valutate dall’uomo nella loro sessualità. Io lo chiamerei invece “il sesso fantasma”.
Ma non con disprezzo: bensì con sofferente simpatia. E con la motivata convinzione che l’origine di tutto risieda nello strapotere delle tre grandi religioni monoteiste. Strapotere che peggiora ad ogni nuova confessione religiosa, dato che ognuna ha un intreccio perverso col potere politico, che scienza e tecnica rendono ogni giorno più sottile e pericoloso.
Perciò mi è accaduto di condurre il mio ragionamento a ritroso nel tempo.
Leggendo in questi giorni uno degli ultimi libri di Khalida Messaoudi (1) ho avuto da questa splendida donna, come per improvvisa illuminazione, l’immagine del fantasma. Il fantasma della sessualità femminile, che col passare del tempo diventa un vero e proprio incubo per l’uomo. Incubo di paura. Indiscutibile fobia da parte di questo povero maschio che non riesce a capire quel mistero e che si rende conto che non riuscirà mai abbastanza a dominarlo come stupidamente vorrebbe. In via mediata fobia anche per la donna, a cui è stato insegnato che solo in quella c’è una possibilità di contrattazione nei quotidiani commerci con l’uomo.
Raramente si arriva per istinto o per intelligenza d’amore alla libertà di uno scambio che coniuga l’egoismo della gioia con la gioia del dono. Ognuno dei due sessi cerca l’essenza reale di questo fantasma, ma se si cerca o si tenta non dico d’incatenarlo, ma soltanto di stringerlo fra le braccia della razionalità ci sì ritrova a toccare il proprio petto.
Ultimo nato, l’Islam, ha di questi tempi, la situazione peggiore.
Per verità il Profeta aveva della donna una visione molto civile, anche se necessità demografiche tenevano in vita la poligamia. Ma - lui ancora in vita - uno dei suoi generi, un futuro califfo ortodosso, incominciò a impicciarsi dei rapporti interpersonali fra il Grande Suocero e la sua stessa figlia: guarda caso o, contro la dignità di quest’ultima. Così di califfo in califfo, di hadit in hadit (2), si è giunti in vari tempi e luoghi al velo, alla segregazione, all’escissione e all’infibulazione per finire al massacro delle algerine.
Ci vorrebbe qui un volume per elencare gli intrecci perversi fra politica e religione, fra pregiudizi e cultura, per concludere un po’ sbrigativamente, ma non certo lontano dal vero, che sono gli analfabeti ad averla avuta vinta almeno per ora sulle persone civili.
L‘altra grande religione monoteista, seconda nel nostro cammino a ritroso, e a grande diffusione (non ho sotto mano statistiche per gli opportuni raffronti) in questa nostra epoca, è il Cristianesimo, nei suoi vari riti e denominazioni. Nacque giusto due millenni fa da quel Gesù di Nazareth che, morto nella sua dolcissima umanità e nella piena coscienza di ribelle martire, sentì e considerò sorelle, la Maddalena, la samaritana e l’adultera.
Poco dopo il martirio di Cristo, Saulo (detto dipoi Paolo alla latina) da Tarso, ebreo di cittadinanza romana, gran persecutore degli “eretici” cristiani, ebbe la nota repentina conversione. La sua situazione fra le due culture e la complessità della sua natura portavano fatalmente questo uomo alla politica, il che è anche documentato dalle sue lettere alle varie comunità cristiane.
Ma il bello, viene attraverso i secoli successivi. I primi Padri della chiesa costituiscono solide fondamenta al potere politico della religione, successivamente sviluppato dai pontefici della chiesa cattolica e da essi continuato anche quando in teoria essi non hanno più il potere temporale. Per quanto riguarda la sessualità in genere, e in particolare quella femminile, le infinite e minute prescrizioni canoniche svariano addirittura dal crudele al comico.
C’è in proposito la sterminata serie di volumi divulgativi, ma documentati; però io preferisco riferirmi ad uno solo. A quell’”Eunuchi per il regno dei cieli”, che già nel titolo puzza alquanto di zolfo, ed è opera di una teologa cattolica nata protestante. Consta di una serie di lezioni universitarie, che, nonostante certe prolissità dovute appunto alla matrice cattedratica sono di piacevole lettura. Se ne evince che fare sesso senza la finalità procreativa fosse un grosso peccato anche per gli uomini. Ma fortunatamente per le donne tutte le incredibili astensioni dalla carne sia a letto che a tavola, erano legate alle moltissime ricorrenze in calendario, e finivano così col limitare almeno in parte lo sfracello incontrollato delle nascite.
Andiamo ancora indietro di altri tre millenni circa, e ci ritroviamo più o meno nella protostoria. Allora anche per quel popolo pastore e guerriero ch’erano i figli d’Israele, era frutto di necessità una serie di cosette quali - per esempio - Ia poligamia, il concubinato, una certa segregazione degli elementi femminili della famiglia.
Non ho certo potuto leggere la Torah, e conosco solo la vulgata. Però non credo di commettere marchiani errori se penso che alla sessualità delle donne non fossero imposte brutali coercizioni di tipo ideologico. Anzi mi pare d’aver letto da qualche parte che l’ebreo da sempre si preoccupa di non negare alla sua compagna il giusto godimento sessuale. (Con l’aiuto indiretto della circoncisione, suppongo).
Peccato che nel prosieguo della storia anche Israele si sia non dico diviso, ma certo s-composto, fra fondamentalisti e modernisti, dando a questo fatto la dimostrazione dell’intreccio perverso fra religione e politica, proprio nel luogo e nel momento in cui il popolo ha ritrovato la sua terra. Ma questo non influisce che pochissimo sulla condizione della donna.
Mila Spini
1) Khalida Messoudi con Elisabeth Schemla, Una donna in piedi, Mondadori, 1996
2) Fatima Mernissi, Donne del profeta, ecig, 1992
3) Uta Ranke-Heinemann, Eunuchi per il regno dei cieli, Rizzoli, 1995