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Le Donne dell'UDI di Omegna

Dal ratto delle Sabine in poi

Da Miopia n.17, giugno 1993

 

Diciamo di essere sorpresi e inorriditi per le operazioni di “pulizia etnica” e per gli stupri di massa nell’ex Jugoslavia, come se sino ad oggi avessimo potuto credere che - là dove ci son guerre - la popolazione civile sia rimasta intoccata e le donne rispettate... Fingiamo di non sapere che ovunque ci siano guerre, regimi dittatoriali o miseria disperante, l’intolleranza verso l’“altro” e gli stupri su donne (e bambini) sono la norma, sotto qualsiasi parallelo, razza, religione o bandiera. Fingiamo di non sapere che la violenza sulle donne è proprio l’aspetto più aberrante e più diffuso della logica di guerra, secondo la quale bisogna sempre “vincere e umiliare il diverso”.

Da che mondo è mondo, i “conquistatori” violentano le donne dei conquistati: dal ratto delle Sabine alla “scoperta” dell’America, sino ai nostri ufficialetti che si facevano fotografare con la “bell’abissina” nuda sulle ginocchia e che andavano a “spezzar le reni” alla Grecia, poi la ferocia nazista, le donne desaparecide, le africane dell’apartheid e quelle costrette all’umiliazione spesso violenta di essere “extracomunitarie” qui da noi, quasi sempre costrette a dover “scegliere” fra esserci serve o prostitute...

Ovunque e sempre le donne - tanto più se povere - costituiscono un premio gratuito al più forte, che sovente è il più feroce ma legittima il suo potere con la presunta supremazia.

Dovremmo ricordarcelo, se non vogliamo cadere nel solito tranello della TV secondo la quale ci sarebbero eserciti “buoni” ed eserciti “cattivi”, quindi guerre “assurde” e guerre “sacrosante”, “alleati” o amici per cui parteggiare o “nemici ” da demonizzare.

Dovremmo ricordarci che ciò che ci viene “mostrato” dagli schermi dell’onnipresente TV non è “la verità che si vede con i propri occhi”: già trent’anni fa Lee Oswald non era un ragazzotto esaltato che aveva agito di testa sua per assassinare un presidente degli Stati Uniti, tardi s’è capito che i marines in Vietnam non erano dei “liberatori”, recentemente ci siam bevuti lo scoop delle “fosse comuni” di Ceausescu e quindi le “bombe intelligenti” su Bagdad, recentissimamente abbiamo creduto che la povera Laila di Mogadiscio fosse stata uccisa (per sua fortuna è vivissima, l’orrore resta ma la sostanza cambia).

Ora ci si viene a dire che Serbi e Mussulmani violentano per spregio le donne croate e bosniache, le quali ormai sono incinte a migliaia e “tutte” rifiuterebbero quei loro poveri bambini non voluti.

Non commettiamo anche noi l’ennesima violenza su quelle disgraziate donne, ma ragioniamo, piuttosto: secondo noi, le donne oltraggiate, stuprate e messe incinte, sono croate, bosniache, cristiane, ma anche mussulmane e serbe, poiché gli oltraggiatori appartengono a tutti gli eserciti e a tutte le etnie. Può essere che un esercito appaia, si mostri o sia ancor più feroce e disumano di un altro, ma nessun esercito può esser scevro dalla violenza, né può esser vero che tutti i soldati siano diventati delle bestie: è vero invece che son tutti uomini, potenzialmente brutali e violenti tanto più in guerra, ma spesso e per fortuna, ancora “uomini” per quanto sia possibile rimanerlo, da qualsiasi parte si trovino a combattere. Il generalizzare e il suddividere, parteggiando o criminalizzando per gli uni o per gli altri, non serve alla causa della pace e ci allontana sempre più dalla complessa e difficile realtà da capire, rende sempre più difficile la possibilità di dialogo e di intesa pacifica (la guerra è orrore di per sè, per ogni popolo, e le donne son sempre in ogni caso le più colpite, sia negli affetti che nel loro proprio corpo).

L’oltraggio ricevuto da quelle donne è il peggiore che si possa fare a una donna - ciò in qualsiasi tempo e sotto qualsiasi cielo - ma non ci sia dia ora ad intendere che “tutte” quelle donne “rifiutano” i bimbi che han dovuto o che dovranno partorire: non offendiamole anche con questa calunnia e diciamoci che molte di esse - vittime di un dramma che è umano, psicologico, sociale, affettivo e familiare oltreché politico - terrebbero ed amerebbero il loro bambino innocente se potessero, se fossero aiutate a poter scegliere, se avessero la garanzia del tetto, del pane e di un minimo di solidarietà civile ed umana.

Si usa la tragedia delle donne Jugoslave per farci credere che ci siano “i buoni” da aiutare e “i cattivi” da sconfiggere: questo è il solito antico modo per farci accettare le guerre, per alimentarle e farle dilagare, sempre fra la gente più povera come noi stessi stiamo diventando, sempre a vantaggio dei paesi più ricchi di questa nostra Europa “del benessere”... Il nostro sistema economico è fondato sulla violenza, non lo sapevamo?

Le donne dell’UDI di Omegna

 

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