Elena Fogarolo
Zeus lo stupratore
Da Miopia n.17, giugno 1993
Zeus, come è noto, era il capo degli Dei olimpici (il monte Olimpo ne era la sede secondo la mitologia greca), olimpici che soppiantarono una precedente stirpe di dei assumendone alcuni tratti salienti e incancellabili e condannando all’oblio tutto il resto.
Quello che sappiamo con certezza, è che la religione soppiantata dava molto più spazio alle donne; che probabilmente in essa le dee erano addirittura le divinità più grandi.
Zeus quindi è il nuovo Dio. Quali sono i suoi pregi? Quali le sue grandezze? A pensarci, è difficile pensare a una grandezza di Zeus: scagliava la folgore quando era arrabbiato, ma non è che questa sia poi una cosa molto elevata; sì d’accordo, era potente ma... e poi?
Poi andava a donne. Aveva famiglia, certo. Anzi va detto che anche sua moglie Era riecheggiava una grande divinità della religione spodestata. Ma Era, accanto a Zeus, sbiadì nel ruolo di una sposa fedele ma noiosa, occupata solo ad affannarsi dietro alle imprese adultere del marito.
Questo marito infatti la tradiva sempre: con tutte. Probabilmente molte, di quelle che gli piacevano, le corteggiava. Ma quello che ci è stato trasmesso, dipinto, cantato delle sue imprese erotiche, ci rivela una prevalenza dello stupro.
Le ninfe, le dee, le fanciulle fuggono, e lui le insegue. Il fatto che fuggono dovrebbe far capire che l’interessamento di Zeus non è loro gradito. Ma questa ripugnanza è stata più blandamente intesa, per secoli e secoli, nel senso di quella verecondia femminile, un po’ truffaldina, per cui le donne dicono no quando con tutto il cuore vorrebbero dire di sì. E per fortuna il vero maschio lo sa!
Zeus, poi, lo sa benissimo: facciano quello che vogliono, gridino pure, si trasformino in animale, invochino la mamma. Lui non le molla: le prende e le violenta.
Queste amanti di Zeus non hanno mai una fisionomia precisa: sono tutte timide, spaventate, presumibilmente vergini. Poi pittori o scultori le hanno fatte quale più maliziosa, quale più innocente, ma tutte ignare e un po’ ochette, insulse.
Comunque sia, anche queste varie figure femminili erano spesso state, prima, grandi dee. Come Io, come Europa, come la stessa Nemesi.
E.F.