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Elena Fogarolo

La teoria della differenza sessuale visualizzata attraverso i diagrammi di Eulero-Venn

Da Miopia n.9, Maggio 1991

Malgrado il titolo possa aver allarmato qualcuna/o, l’argomento è molto semplice.

Intendiamo mostrare attraverso diagrammi usati soprattutto in matematica ma anche nelle scienze sociali, come la teoria della differenza sessuale non sia un’eresia scientifica, ma un’ipotesi come altre, come altre legitttima.

Nella Figura n.1 l’insieme A indica la totalità dei maschi di una data società, in un qualsivoglia paese occidentale in una qualsiasi fase dell’era cristiana.

Il sottoinsieme A1, incluso nell’insieme A, rappresenta i maschi che hanno la possibilità di accedere all’umanità simbolica completa: re, soldati, sacerdoti, medici, ecc. L’insieme B, nella seconda figura, indica l’insieme delle donne: al suo interno non troveremo nessun sottoinsieme di donne che possono accedere all’umanità simbolica completa: possiamo quindi concludere che il sottoinsieme A1 è del tutto estraneo all’insieme B e viceversa: cioè le donne sono del tutto estranee all’interezza umana.



La Figura n.3 visualizza il modello di progresso sociale prevalente nell’ideologia attuale: dato un insieme C comprendente la totalità degli uomini e delle donne di tutte le razze, si riconosce al suo interno un sottoinsieme C1 comprendente le persone che godono di tutti i diritti. E’ noto che queste persone sono ancora maschi e in genere di razza bianca. L’ipotesi di sviluppo corrente è dunque questa: allargare il sottoinsieme C1 fino a fargli comprendere tutti gli elementi costituenti C, cioè innanzitutto le donne e le persone delle altre razze, ma anche pazzi, handicappati, ecc.

Le teoriche della differenza sessuale partono dagli stessi dati dei propugnatori dell’emancipazione: riconoscono cioè che il nucleo centrale di una società è solamente e interamente maschile. Ma invece di chiedere che questo sottoinsieme sia allargato all’interno dell’insieme chiamato umanità, propongono un’alternativa diversa.

Consideriamo ancora le Figure n.1 e n.2, con gli insiemi, rispettivamente, dei maschi e delle femmine. Escludiamo ora il modello di sviluppo "emancipazionista" illustrato dalla Figura 3, come irrealizzabile (che un’opinione sia un luogo comune diffuso non significa che abbia maggiori probabilità di realizzarsi) e lavoriamo invece su ciò che la società - al di fuori di quello che afferma di se stessa - realmente è: cioè un gruppo di maschi che detiene il potere e un gruppo di donne che non ha alcun potere. Perché le donne abbiano potere, non chiederemo ai maschi la grazia di concedercelo, ma lo faremo emergere al di dentro del nostro sesso.

Realisticamente, non ci aspetteremo di riuscire in quest’opera immediatamente: ci basterà formare dei nuclei organizzati che si espandano gradualmente. Ci troviamo cioè (Figura n.4) nell’insieme delle donne dove si formano dei sottoinsiemi di donne con una struttura simbolica e un esile ma montante potere.

Risulta ora evidente che il modello della differenza sessuale, oltre che ad essere legittimo quanto quello dell’emancipazione e dell’omologazione, ha dalla sua parte minore novità (per quanto choccante possa risultare sentirlo formulare per la prima volta): la teoria della differenza sessuale lavora infatti su un dato che è sempre rimasto immutabile nella società, ovunque e in tutti i tempi: gli uomini e le donne sono stati separati.

Che i maschi si scandalizzino davanti alla prospettiva che le donne si autodeterminino, rivela come essi sognino ancora di dominarle. Con la caduta del colonialismo, è caduto il concetto che vedeva nella cultura occidentale una cultura superiore se non l’unica vera. Con la crisi del dominio sessista cade il preconcetto che sia il maschio a rappresentare l’umanità, che possa rappresentarla. Egli non può rappresentarla interamente, come non lo può la donna.

Questo ovviamente non vuol dire che fra donne e uomini non ci sia alcun rapporto. Sempre ricorrendo ai diagrammi di Eulero-Venn, mostriamo due ipotesi relative all’evoluzionedi tali rapporti.

Per alcune donne il terreno di congiunzione tra i due sessi (con termine matematico, l’insieme intersezione) è e rimarrà ristrettissimo (Fig n.5); per fare un esempio, esso può essere limitato al funzionamento dei concetti logico-matematici (il banale 2+2=4, che è sempre vero indifferentemente per le donne e per gli uomini). Cioè quella che ora chiamiamo umanità e che si specificherà con più esattezza come umanità neutra o androgina avrà un’area ridottissima.

Secondo altre donne quest’area è destinata a crescere, fino a comprendere - nel caso opposto ed estremo - quasi tutto degli individui, eccetto la banale differenza genitale (Fig. n.6).

E.F.

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