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Gastone Redetti

Se il fumetto è di lei: Eleonora Chiti

Da Miopia n.13, Giugno 1992 (estratto)

Eleonora Chiti, in arte Lori, cartoonist fissa della rivista “Leggere donna”, è specialista in storie di donne (”storie”, s’intende, a fumetti): donne insegnanti e studentesse; donne intellettuali; letterate esordienti; donne giovani e meno giovani, spesso legate tra loro da conflittuali affetti o – a volte – da malintesi rapporti di affidamento.

Ciò che colpisce immediatamente delle tavole di Lori (ma si apprezza tanto più col tempo) è l’eccezionale qualità del disegno. La sceneggiatura, sempre curatissima, raggiunge punte di virtuosismo. La grafica, poi, dà una resa straordinaria delle materie, che sembrano definire quasi da sole un mondo femminile: la peluria di certi golfini, mai uno uguale all’altro, l’aderenza serica delle minigonne, o il tipico andamento della tela jeans. Ma anche l’ispidezza un po’ disordinata delle barbe dei compagni delle nostre eroine di sinistra, la mancanza di propreté che sembra accomunare i maschi non rampanti, fino alla cisposa trascuratezza del povero collega professore, semicalvo, spaesato e probabilmente single.

Prevale la connotazione culturale che sottolinea l’importanza di vestiti acconciature e maquillage nella simbologia e nello scambio culturale femminile. Non viene mai attaccato il corpo; una donna di Lori può apparire bizzarra, mai ripugnante fisicamente.

E – per attenerci ancora al disegno – l’abilità nel rendere epressioni facciali, positure corporali, gestualità tipiche (maschili non meno che femminili) è tale da non avere, credo, confronti in Italia. Un paragone, varcando i confini nazionali, si potrebbe fare con Claire Bretécher. Non la Bretécher dal segno espressionista di anni fa, ma quella più recente, più descrittiva: la Bretécher di Agrippine e del suo corteo di ciondolanti adolescenti.

disegno di Eleonora Chiti
Particolare di una tavola di Eleonora Chiti,
Leggere Donna n.35, novembre–dicembre 1991

L’interesse antropologico–culturale che Bretécher dimostra verso gli adolescenti, Lori lo dispiega verso le donne o meglio verso ciò che sta capitando alle donne in questi anni. Ma con una più accentuata attenzione per le parole, l’interiorità, la cultura in senso stretto.

Lori, con parola di altri tempi, che non deve essere intesa negativamente, potrebbe essere definita una moralista: una moralista delle donne. Ho detto della sua pietà verso il corpo femminile. Ciò che Lori non risparmia, sono le contraddizioni morali delle donne. I problemi di relazione tra donne nell’ambito di una socialitè femminile ancora in formazione: l’invidia senza misura, i sentimenti di distruttività per quelle che – almeno in apparenza – si accingono a trascendere una situazione femminile di emarginazione sociale.

C’è una situazione che Lori ha ridisegnato più volte con leggere varianti: una giovane confida all’amica più esperta un piccolo successo, come la pubblicazione di un articolo, o l’invito a presentare una donna celebre a una tavola rotonda. La confidenza è innocente, dettata da un ingenuo entusiasmo che fa tenerezza. Ma l’amica esperta – che pure vanta diritti di confidenza e ha pretese di protezione sulla giovane – è sopraffatta da una gelosia che si guarda bene dal manifestare direttamente. E, con una serie di messaggi più o meno subliminali e di comportamenti ambigui, tanto fa che alla fine l’amica entusiasta se ne va abbacchiata e distrutta. Insomma un rapporto di inaffidamento.

Sarà bene precisare che queste “storie morali” di Eleonora Chiti, non sono (né io le intendo come) la dimostrazione di una più scadente moralità femminile rispetto al mondo maschile. Anzi, come le ormai classiche considerazioni di Irigaray sulla mancanza di regole nei rapporti tra donne, stanno a testimoniare che il dibattito e la riflessione etica è, allo stato attuale, di segno femminile.

Resta da chiedersi perché i lavori di una così compiuta artista trovino spazio, a tutt’oggi, quasi solo nell’ambito della stampa femminile/femminista.

Invece di enfatizzare lo scandalo per il fatto – indubitabile – che il successo dei grossi circuiti è riservato a disegnatori maschi di levatura inferiore, mi sembra più utile sottolineare come Lori sia uscita pienamente alla luce nell’ambito di una cultura femminile, quasi priva di mezzi, realmente “alternativa”.

Eleonora Chiti è cartoonist e insegnante. Come altre donne scrittrici–insegnanti che hanno lavorato nell’ombra e i cui nomi ci sono magari noti per il fuggevole interessamento dei media, Eleonora Chiti ha saputo mettere a frutto gli spazi di libertà che, dopotutto, l’attuale organizzazione sociale materialmente permette.

Gastone Redetti

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