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Le Sibille Cusiane

Censimento streghe

Da Miopia n.23, marzo 1995

Ogni tanto, nei fatidici lunedì sera dei nostri sabba, noi Sibille ci contiamo e ci bastano le dita di una mano. Allora, da sotto ai nostri veli, tiriamo fuori una sfera di cristallo entro la quale cerchiamo di “vedere” dove siano finite quelle che mancano o che disertano.

Incominciamo con quelle che hanno fornito giustificazioni come “in questo periodo non ce la faccio proprio”, “ quando i bambini saranno un po’ cresciuti.:.”, “se mia madre si riprenderà”, “c’è sempre un’altra riunione a cui devo andare!” e nella sfera vediamo donne sull’orlo della crisi di nervi, che corrono di qua e di là come alacri formichine esauste, che fanno un sacco di altre cose comunque socialmente utili, com’è stato recentemente sancito persino dalla corte costituzionale.

Poi guardiamo meglio, da vicino, come ben si addice a gente da Miopia, quali siamo, ed allora scopriamo che alcune di ‘ste povere care donne sono - del tutto legittimamente - in pigiama davanti alla TV o intente a quei tipi di accudimenti e casalinghità che in teoria avrebbero da tempo rinnegato (forse c’è qualcosa di morbosamente ma dolcemente masochista nello stirare gli slip da uomo o le mutandine delle bambine, forse, mah!).

vignetta di Lenka

E c’è qualcosa di appagantemente ancillare nell’ospitare a cena la coppia amica di famiglia, che poi contraccambierà con un invito tanto per perpetuare la logica del “ma no, non è nessun disturbo, così alla buona”, che invece vuol sempre dire cucinare di più ed apparecchiare meglio.

Son lontani i tempi di quando si pensava che il riunirsi fra sole donne fosse già far politica, eh?! Poi, continuando, a guardar bene nella sfera, cerchiamo di vedere anche quelle che manco si sognerebbero di giustificare l’assenza perché son quelle che vengono “quando si sentono”, e naturalmente anche ciò è più che legittimo, figuriamoci, tanto più che ci son sempre quelle che se lo debbono comunque sentire sempre e quindi ovviamente è tutta una questione di orecchio.

Son lontani anche i tempi in cui si era in molte ad aver l’udito fine, forse perché quelli erano i tempi in cui si parlava anziché urlare ed allora si faceva caso al senso della parole udite, mah!

Guardiamo bene da vicino la nostra sfera ed ecco le immagini un po’ sbiadite di queste amiche: alcune sembrano proprio esser tornate ad esser donne comuni, ben rientrate e reinserite nel ruolo, senza quasi più l’alone magico e stregonesco delle Sibille. Anzi certune si son trasformate in fatine alla Beautiful e sembrano infastidite anche dal nostro sguardo nella sfera che le spia, oh accidenti, chi l’avrebbe mai detto, boh!

A questo punto, la più amara di noi Sibille fedeli, di solito ci ricorda che “le donne ci cercano quando hanno bisogno e poi se ne vanno”: già, amaramente vero, ma è altrettanto vero che comunque “siam servite” a parecchie e che tutte - anche andandosene - son servite comunque a noi, evviva.

Senza ironia, davvero: non siamo tutte uguali, per fortuna, ed in tempi un po’ tanto ambigui come questi è normale che si rimanga in poche a far le lineari. E comunque, se guardiamo ancor più attentamente nella nostra sfera di cristallo, vediamo che dietro ad un’atmosfera nebulosa c’è tutto un brulicare indistinto di fisionomie femminili: di Sibille Cusiane ce ne son poche, ma di sapienti, allegre, forti donne un po’ streghe ce n’è in tutto il mondo e proprio di tutti i colori della pelle (quelle nere han denti senza possibilità di replica!).

No, non siamo noi ad esser la specie in estinzione, oh no.

Le Sibille Cusiane

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