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Augusta Baldioli

Riprendiamoci l’esaurimento

Da Miopia n.11/12, novembre 1991.

C’era una volta l’”esaurimento nervoso” che colpiva le donne che non avevano un uomo, altre donne perché ce l’avevano, e le vedove perché non ce l’avevano più (”l’esaurimento” poteva colpire anche degli studenti che avessero studiato troppo o troppo poco, ma a loro – per riprendersene – bastavano le vacanze o la morosa). Le donne, invece, se lo tiravano per le lunghe, dopodiché “guarivano” perché perché in casa succedeva qualcos’altro, oppure rimanevano sempre un po’ tristi e si diceva che “erano maturate”; nei casi estremi si ritrovavano “strane” per sempre ed allora di loro si soleva dire che “da quando ha fatto quell’esaurimento, non è più lei”.

Da un po’ d’anni in qua, l’”esaurimento” è fuori corso: Psichiatria Democratica ha rivelato trattarsi di un malessere che dipende dal “sociale” e dal nostro modo di socializzare, ma un bel po’ di gente e medici han continuato a pensare si tratti di una specie di inadeguatezza al bel vivere comodo-moderno, da chiamarsi “stress” o “depressione” e da curare con qualche farmaco e molta hobbistica.

A soffrir di depressione sono stati dapprima i “cassintegrati”: avevano cominciato a straparlare nelle sezioni dei partiti o durante le assemblee sindacali, se erano giovani si bucavano, se erano meno giovani si alcolizzavano, qualcuno esagerava e diventava proprio matto, alcuni estremisti arrivavano a suicidarsi.

Subito dopo, per far fronte alle depressioni dei prepensionati di sesso maschile, è stato aperto un considerevole numero di “pesche sportive” vicine alle discariche dell’immondizia, si son potenziati i club delle tifoserie, son nate nuove emittenti televisive non stop, c’è stato il boom dei videoregistratori ed anche delle cassette porno, ogni discoteca s’è attrezzata sia per il liscio che per la musica “anni ’60”, son fiorite le agenzie che portano in giro la gente di mezz’età a veder l’Aida o a comprar coperte termoelettriche. Nonostante tutti questi seri provvedimenti, il “sociale” ha continuato a denunciare alcuni disturbetti periferici di poco conto quali mafia-camorra-malcostume-corruzione-criminalità-disservizi-scandali-inflazione ecc. che pare possano ancora incidere sul tono d’umore dei più vulnerabili fra noi.

Intanto, s’è verificato il caso dei ragazzi “senza problemi” che si avvelenavano con il tubo di scappamento, nonché quello dei vivacioni del sabato sera che riescono a sfracellarsi da allegri. Non parliamo nemmeno dei drogati, che quelli “nascono cosi” e non è proprio colpa di nessuno se non “preferiscono vivere”.

Insomma, il benessere e la libertà hanno i loro costi, ed ognuno si assuma le proprie responsabilità e si attrezzi in privato.

Ma, e le donne? Le donne, intanto, “sono andate avanti” (cosi si usa dire), nel senso che son quasi diventate come uomini, pur continuando a far bambini e a tirarseli su, persistendo a dover essere dolci, comprensive, assistenziali ,capaci e buone, sempre “con quella loro particolare sensibilità” che fa tanto bene ai vecchi, agli ammalati e a tutti “coloro che soffrono”. Hanno la pillola, il divorzio e l’aborto e ci sguazzano. Possono rimaner giovani all’infinito e sembrar belle tutta la vita, possono portare calzoni di tutte le fogge e minigonne in tutte le stagioni, hanno il piumone che così i letti si rifanno da soli. Possono incontrare Michele sull’Orient Express e dissurgelare anche una mummia nel forno a microonde, possono dimenticarsi i bimbi al nido e dirigere la FIAT. E il tutto “senza perdere la loro femminilità”, che va da Alba Parietti a Rosa Russo Jervolino: ognuna ha il “suo tipo” ed Iva Zanicchi è lì per tutte.

Sopraffatte da questa serie infinita di possibilità, le donne non trovano più motivo per giustificarsi ancora il vecchio “esaurimento” dei bei tempi andati allorché “erano sacrificate”, ma hanno anche paura a dichiararsi “depresse” perché sanno che ciò verrà inteso come insoddisfatta-inquieta-inadeguata-di pessimo carattere e rompiballe, il che è l’opposto della donna top che abita nel Mulino Bianco o va in giro a tirarsi su le calze ricamate e spargendo Campari dappertutto.

E allora le donne, per non fermarsi né nell’esaurimento di buona memoria né tantomeno nella moderna depressione, corrono: corrono dietro alle pari opportunità, alle lancette dell’orologio, ai viziatissimi figli vestiti come fumetti, al compagno di lotta che se non corre per i fatti suoi “di lavoro” dorme (ma va amorevolmente vegliato).

Poi, poi ogni tanto qualche donna schiatta, ed allora si fa venire dei mali strani: le si chiude “la bocca dello stomaco” (atta a digerire tutto), le duole la schiena (che dovrebbe tenerla dritta ma morbida), le fan male le gambe (che dovrebbero spostarla velocemente da un campo di sci alla scrivania da manager al fornello), le si irrigidiscono le spalle (che dovrebbero reggerle una testa ben mobile) e le vengono dei disturbi “lì” (che dovrebbe essere invece la sanatoria di tutti i mali). Si sente “girar la testa”, “ronzar le orecchie”, “vede delle onde”, le vien da piangere “senza motivo”...

Prima di ricorrere ad un medico, la donna si garantisce che stiano tutti benissimo i componenti della sua famiglia ad anche gli estranei che in qualche modo a lei si rifanno e poi, se le fatidiche analisi di laboratorio escludono ricoveri ed interventi, si vergogna come una ladra scoprendo d’esser una che “somatizza”, cioè che si fa venir dei sintomi nel corpo “soltanto” perché la sua mente sarebbe un po’ turbata, il suo spirito un po’ squinternato...

Un uomo, specialmente se è “impegnato” nel suo “lavoro di responsabilità” o nei suoi nobili scopi politici e sociali, può avere dei momenti di depressione: significa che è un tipo sensibile e intelligente, magari un po’ intellettuale e comunque interessante. Una donna, comunque, se è depressa è proprio perché “non sa prendere tutto quello che la vita le offre”...

Infatti, io che “sto peggio” dopo la guerra nel Golfo, mi faccio una nuova somatizzazione ad ogni edizione del TG e rivendico il diritto a dichiararmi “esaurita”, oh!

Augusta Baldioli

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