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Augusta Baldioli

I dubbi di una donna pubblica

Da Miopia n.23, Marzo 1995

Siccome sono un po’ “una donna pubblica”, ogni tanto arriva qualche TV locale ad intervistarmi: mi chiedono cos’è “Nonsolaiuto” di Omegna e che cosa fa e quanti sono gli immigrati ecc. ecc. ed io spiego e rispiego un po’ disperatamente, sapendo che il giorno dopo - per strada - troverò chi mi dirà “Ti ho vista in TV!” ed io chiederò. “Ah sì, cosa dicevo?” e mi verrà risposto “non mi ricordo più, ma parlavi bene” cosicché per l’ennesima volta saprò di esser una che “parla bene” senza che mai nessuno si ricordi di ricordare cosa cavolo dicessi e dico, mah!

Comunque, ‘stavolta l’intervistatrice della TV locale mi ha chiesto che cos’è l’UDI e che fine ha fatto il femminismo, al che ho dovuto rispondere “d’un fiato” e ben attenta a non superare i tre minuti d’orologio, altrimenti il servizio “sfora nelle news” e d’allora in poi verrò tacitata per sempre.


Vignetta da Miopia n.23

Provate un po’ voi a raccontare in 180 secondi perché siete femministe o perché non lo siete! Pare io ce l’abbia fatta senza papere né bestialità o vaghi rimandi al linguaggio da addette ai lavori (specifico femminile - valorizzazione delle differenze e mediazione dei conflitti son già astrusità, ma bisogna allora star ben attente a non permettere che ci facciano dire “che le donne amano la pace perché danno la vita”, il che susciterebbe consensi non propriamente desiderabili...).

Quando ho il microfono sotto al naso durante quei tre determinanti minuti da usare, a me succedono subito tre cose contro le quali devo combattere:

- mi si azzera la salivazione come a Fantozzi

- il cervello mi si mette a ticchiettare sul ritmo dei secondi che passano

- mi salgono alle labbra battute ed iperboli della cui ferocia dovrei poi pentirmi per tutta la vita restante, quindi sto ben attenta a trattenerle e deglutirle mentre parlo come se fossi una dolce signora democratica e possibilista.

E’ grave, dottore?! E a voi, riuscirebbe d’esser calme e chiare? Vi riesce?! Come fate?! Me lo insegnereste? C’è qualcuna di noi miopiste che in una paginetta come questa sa riassumere circa trent’anni di passione femminista? Questa è una provocazione ed un concorso politico-letterario che non prevede né premi né men che meno classifiche. Ed io lascio il mio indirizzo in redazione nella speranza che Elena mi possa spedire un malloppetto di deliziose letterine donnesche, alle quali risponderei con la massima gratitudine. Il concorso è aperto a tutte e le domande sono:

- Che cos’è oggi il femminismo?

- Che cosa fate?

- A che scopo?

Naturalmente fra noi possiamo accettarci aforismi, battute ed anche battutacce liberatorie o sfogoni alla più non posso, l’importante è soltanto esserci chiare e - se possibile - non usare il gergo ed evitare il catastrofismo. Proprio tutte possiamo tentare di rispondere (innanzitutto sottoporrò i quesiti alle mie ineffabili compagne Sibille) e chissà mai che ne venga fuori un mix intelligibile che possa esprimerci e farci da traccia allorché ci troviamo il microfono sotto al naso o dobbiamo rispondere civilmente ad un’amica ignara che magari cerca sconsolatamente di riportarci alla normalità... Chissà mai!

Augusta Baldioli

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