torna a ....

Serenella Gatti

Il tempo di fragola.it

Da Miopia n.38, settembre 2001, numero monotematico CUORI DI CARTA

Gli adolescenti italiani d’oggi, dai 14 ai 19 anni, non leggono i quotidiani: soltanto il 19%, nonostante sognino di dirigerli. Lo dice una recente statistica, che aggiunge: il 49% preferisce la TV; il 21% la radio; il 72% ha il cellulare; il 61% il computer e il 39% usa i messaggini SMS. Dunque, i ragazzi vivono nel “villaggio globale”, usano per informarsi Internet, la radio, gli amici, i telefonini. Sono più interessati alla loro vita privata e personale che non alla politica ed agli avvenimenti pubblici. Preferiscono la concretezza ad astratti intellettualismi; si basano su ciò che già conoscono e che è rassicurante. Hanno un rapporto quasi inesistente con la stampa, ma utilizzano i mass-media più degli adulti, ad eccezione dei periodici, che parlano di sport e di spettacolo. Non si sentono partecipi del corpo sociale, ma dei valori che condividono con i loro coetanei, col gruppo dei “pari”.

Oltre a ciò, il disinteresse è legato ai codici comunicativi. Infatti, i ragazzi sono abituati alle immagini veloci e ai suoni della TV, non al silenzio, all’immobilità, alla concentrazione della parola scritta. La maggior parte di loro vede il quotidiano come qualcosa, che non corrisponde ai propri desideri autentici. Non si tratta di disimpegno e di non conoscenza dell’attualità, ma di modi diversi di accostarsi ad essa: discutere con i coetanei, invece di leggere i pareri degli esperti; impegnarsi nel volontariato, invece di guardare articoli di politica. A leggere un quotidiano si impara come a scrivere: bisogna conoscere il sistema di selezione delle notizie, l’organizzazione del lavoro, i poteri dei proprietari dei giornali, le redazioni: bisogna diventare un po’ giornalisti, per essere poi buoni lettori.

Per tentare di realizzare questo, per fare diminuire l’ostilità verso la carta stampata, per combattere questo panorama sconfortante, sono nate, recentemente, due iniziative. La prima, a carattere nazionale, si chiama: “Quotidiano in classe” e sta coinvolgendo 94.000 studenti italiani, in 3.500 classi delle superiori, che ricevono: Il Corriere della Sera, Il Giornale, La Nazione, Il Resto del Carlino, Quotidiano Net.

L’obiettivo è di invogliare i giovani a diventare “lettori abituali” e di rendere più aperti i quotidiani stessi. La seconda iniziativa, del quotidiano La Repubblica, è quella di: La Fragola.it, un progetto didattico multimediale, per costruire la più grande piazza virtuale dei Giornalini delle Scuole italiane, con la collaborazione dei ragazzi, quali “inviati speciali” e dei prof, come capi redattori, delle Scuole Medie inferiori di Bologna, ai fini del dibattito, del confronto, dell’interscambio.

L’operazione è in due fasi: la prima, dedicata al quotidiano, sviluppa l’abitudine alla lettura, alla sintesi, alla capacità critica. La seconda, dedicata ad Internet, si propone di studiare le capacità espressive e creative, coniugate con le tecnologie del futuro. Alla prima fase “cartacea” hanno aderito tutte le Scuole Medie della città; alla seconda “on-line” hanno dato l’adesione dieci Scuole fra cui quella in cui in lavoro, in una 3^ Media. Durante la prima fase, della durata di due settimane, ogni ragazzo ha ricevuto una copia del quotidiano, ogni mattina alle otto precise ed un quaderno personale di esercizi, articolati in più livelli di difficoltà, con varie attività piacevoli, naturalmente reinterpretate dalla Classe. Il quaderno è organizzato in aree di argomenti, che coinvolgono varie materie e sono uno specchio della struttura del giornale, di cui seguono le diverse sezioni: quelle preferite dai ragazzi sono dedicate a sport e spettacolo.

Attualmente, è in atto la seconda fase, in cui alcuni alunni disponibili, con l’aiuto dell’operatore tecnologico, realizzano, con altre due classi, un Giornale d’Istituto, che è pubblicato in Internet. I contenuti sono, naturalmente, molto liberi: attualità, episodi scolastici, poesie, racconti, interviste… In questa fase, ogni mattina la Scuola riceve dieci copie de La Repubblica, da lunedì a venerdì, fino al termine dell’anno scolastico. Certo si nota la differenza fra adulti e ragazzi, che sono o meno aggiornati sull’attualità. E’ piacevole vedere, in questo periodo, tanti tavoli della Scuola coperti da quotidiani: dà un’altra impressione… perfino i bidelli li leggono, invece della Settimana Enigmistica o di Sorrisi e Canzoni TV! Quando entro in classe, trovo la mia copia, in giro per i banchi, stropicciata: meglio così, vuol dire che i ragazzi erano impazienti di sbirciare i collegamenti con le materie; ad esempio, si sono molto interessati alla “questione mediorientale”.

Si tratta, dunque, d’un “Giornaliero di Scuola” telematico, che unisce vecchio e nuovo: l’informazione del quotidiano e la suggestione di Internet. Si è letti dalle altre Scuole della città, d’Italia e di altre nazioni, in una comunità senza confini emozionante. Il giornale diviene un supporto didattico, una finestra sulla realtà, per contribuire a sviluppare le capacità di comunicazione, la personalità, la curiosità e la coscienza civile dei ragazzi. Il giornale può servire per studiare la lingua italiana, ma anche storia, educazione civica, geografia, scienze, matematica, lingue straniere ed altre materie, nei loro lessici settoriali. Ad esempio, una mattina, abbiamo trovato nel quotidiano ben 65 “prestiti linguistici” inglesi! E’ un valido aiuto per fare le sintesi, basandosi sulle “parole – chiave” e sulle famose cinque domande, italiane ed inglesi: “Chi? Che cosa? Dove? Quando? Perché?”.

Naturalmente, sarebbe stato più corretto leggere ogni mattina non uno ma più quotidiani, ma, per motivi organizzativi, mi sono accontentata di questa occasione, del resto non priva di difficoltà.

Il lavoro è comunque, adatto anche per chi fa fatica a seguire la lezione tradizionale in Classe o per chi, come gli stranieri, conosce poco l’italiano. Rimane il problema: come avvicinare i ragazzi alle notizie scritte? Secondo me, tramite il dialogo su qualunque argomento, l’ascolto, il senso della realtà, l’operosità, cioè aspetti che vanno curati anche nelle altre attività.

Al primo posto, però, direi che occorre lavorare sulle emozioni e sulle parole, che sono collegate. Senza emozione non c’è interesse e senza interesse non c’è volontà di studiare: non c’è apprendimento senza gratificazione emotiva. E’ stato dimostrato che, mentre leggiamo il giornale, si alterano i nostri i nostri stati emotivi: ritmo cardiaco, pressione arteriosa, sudorazione, eccetera. Una notizia, per creare eccitazione ed attenzione, deve possedere un contenuto emotivo. L’interesse per un articolo è tanto più alto, quanto più contiene emotività. I preadolescenti sono più interessati alla loro quotidianità (scuola, famiglia, amore, amicizia…), che non all’attualità o ai problemi internazionali. Ad esempio, sono colpiti più dalle notizie di allagamenti, di punizioni di alunni di suicidi o di omicidi all’interno delle Scuole, che non dal dibattito sulla qualità dell’istruzione e sui cambiamenti dei cicli e dei programmi.

Partendo, però, dai loro interessi, si può provare ad andare al di là… Ad esempio, nella mia Classe, i ragazzi sono stati colpiti dalla realtà di due ex deportati politici, che hanno raccontato le loro esperienze e, poi, i ragazzi più volentieri, hanno seguito sul quotidiano gli articoli sui campi di concentramento; ad esempio, sul “Giorno della Memoria” o sui risarcimenti della Germania agli ex-deportati. Non è, però, finita qui; infatti, il “successo” dell’emotività sta creando seri problemi al trasferimento delle conoscenze in una società complessa.

E’ difficile, infatti, suscitare forti emozioni sui problemi complicati, che dominano la nostra epoca e che attirano poco l’attenzione. E’ difficile attrarre un lettore, adulto o ragazzo, parlando di competitività industriale o di ricerca, così come avviene parlando, invece, di delitti, di spettacoli, di incidenti. La crescente corsa all’emotività seppur legittima, rischia di rendere più ardua la diffusione di un’informazione più ragionata ed articolata. Questo tipo di notizia più elaborata, naturalmente, esiste, però, con un indice di lettura limitato, perché colpisce solo le persone che hanno familiarità in certi tipi di linguaggi e di problemi. Dunque, occorre trovare un lessico adeguato, che in maniera semplice tratti conoscenze elaborate e susciti l’attenzione del lettore. Ecco, dunque, per i ragazzi la necessità di allargare il proprio vocabolario; di migliorare la scrittura e la lettura; di fare esperienze come quella di “La Fragola.it”; di unire le emozioni alle parole, poiché sono esse a salvare la vita, a comunicare la gioia ed il senso del vivere.

Serenella Gatti

torna a ....