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Maria Jazurlo

La cultura dell'uomo

Da Miopia n.33, febbraio 1999, numero monotematico ETEROSESSUALITÀ TRA CRISI DEL PATRIARCATO E LIBERTÀ FEMMINILE

 

Quando mi sono sposata, nel lontano 1958, avevo ventun anni e di sesso non sapevo quasi niente. Si dice una cosa, praticarla è un’altra.

Quando ero giovane, ero una persona molto sensibile, e anche romantica. Queste due cose mi hanno resa molto infelice, per tanti fattori. Per esempio la cultura dell’uomo, che, quando ti fa l’onore di sposarti, poi diventa il padrone della tua vita e anche dei tuoi pensieri.

Quando ci siamo sposati, io ventuno mio marito ventiquattro, lui, non so se per l’età oppure per il suo modo di pensare, voleva praticare il sesso anche due o tre volte al giorno e io un po’ ero spaventata ma non osavo ribellarmi e così quattro anni di matrimonio e tre figli. Poi certamente c’è stata una riflessione, non saremmo stati in grado di andar oltre più di tanti figli, perché avevamo la nostra situazione finanziaria a dir poco precaria. Lui lavorava in miniera, un lavoro molto pericoloso, ogni tanto moriva qualcuno, avevo venticinque anni e già ero carica di responsabilità verso i miei piccoli bambini e avrei voluto fare meno la moglie e più la mamma, ma mio marito era un uomo molto geloso e permaloso per il mio volermi sottrarre ai doveri coniugali che lui ogni volta rivendicava.

Io, quei doveri coniugali, cominciavo a odiarli, per la paura di altre gravidanze: quando capitavano dovevo ricorrere ad aborti clandestini, mio marito in questo era come se vivessimo in due pianeti diversi, il problema delle gravidanze era solo mio anche se era lui l’artefice di tale disagio.

Trent’anni di matrimonio (lui è morto suicida nel 1987), spesso preferivo non pensare, vivevo alla giornata, e certi giorni mi andava bene e riuscivo anche a vivere tranquilla, altri giorni invece c’erano botte, urla e insulti, e mi chiedevo se questo era l’amore.

Mi sono ripresa la mia vita a cinquant’anni, quando sono rimasta vedova. Anche il suicidio mi ha procurato tanto dolore, e anche rimorsi e tante lacrime, perché per forza di cose ho dovuto pensare che il mio matrimonio è stato tutto sbagliato, però penso che il destino delle persone, e il mio in questo caso, è stato segnato dall’ignoranza e anche dalla cultura dell’uomo, che si sente più il padrone della donna che il compagno, amico e amante.

Forse le nuove generazioni lo vivono più paritario, il rapporto tra uomo e donna. Di fatti, ci sono anche più separazioni e, soprattutto, spero che sia così, le donne sono più preparate e più indipendenti economicamente, e quindi più libere di decidere per la loro felicità.

Maria Jazurlo

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