torna a ....

Grazia Livi

Punte d’allegria

Da Miopia n.32, settembre 1998, numero monotematico LE FIGLIE, I FIGLI

 

Cara Elena,

Grazia Livi
Grazia Livi
(Link da: www.enciclopediadelledonne.it)

Di Grazia Livi, Elena Fogarolo ha recensito il libro La finestra illuminata e altri racconti su Miopia n.36. La recensione, centrata sul tema della maternità, è stata ripubblicata in questo sito in "libri", agosto 2014.

Grazia Livi si è spenta il 18 gennaio 2015.

Grazie per avermi chiesto “qualcosa” per il numero dedicato a “Le figlie, i figli”. Ho  simpatia e stima per te e per “Miopia” e vorrei poterti mandare un racconto sul tema. Ne ho scritti alcuni, in passato. Erano sempre mossi da uno stato d’animo intenso. Ho provato ancora. Come? Estraendo, dalla cartella dei miei appunti narrativi, un seme adatto che ho deposto al centro della pagina e a cui ho dato un titolo. Poi ho riflettuto, ho cercato un’immagine, ho aspettato che da quell’immagine scaturissero parole legate a una parte di me più fonda e nascosta. Intanto cancellavo o stavo con la penna in aria. Il piccolo prodigio non è avvenuto. Poiché sto attraversando un periodo di dispersione e di fatiche pratiche, mi sono sentita “esterna” rispetto a questo tema pregnante.

Sì, la maternità è stata, per me, non solo un’esperienza pregnante ma di indicibile ricchezza. E’ come se il figlio, nascendo, avesse spalancato le porte della conoscenza. Conoscenza di me stessa, del mondo da un nuovo punto di vista, della complessità quotidiana. Conoscenza accompagnata da gioia e paura, da struggimento e ansia, da dubbio e tenerezza. Né devo dimenticare un senso di oppressione: perché seguire mio figlio lungo la sua crescita, se è stato spesso fonte di stupore e d’allegria, è stato sempre causa di una perdita, la perdita della leggerezza. In questo senso non sono grata alla psicanalisi che pur illuminando a volte la madre su qualche questione specifica, in genere, coi suoi modelli di comportamento predisposti, la deprime insinuando possibili colpe, diffidando di ogni forma di attaccamento, sminuendo l’immediatezza. (Basta pensare al complesso d’Edipo, una specie di mostro da stanare, nascosto dentro le fantasie più innocenti). Né sono grata alla scuola (ne parlo in generale, non parlo dei singoli insegnanti) il cui criterio di fondo è così poco attento alla creatività personale, all’unicità, e i cui programmi troppo vasti e generici, inducono, nei casi migliori, al conformismo e a una spenta obbedienza. Ah, se si potesse allargare a tutti i livelli della scuola il metodo della stupenda Maria Montessori! In compagnia delle sue idee mio figlio è stato felice sia alla “casa dei bambini”, sia alla scuola elementare. Sono invece grata a chi mi ha spinto, in ogni occasione (in genere amiche o amici artisti) a perseverare in un atteggiamento di sincerità e di spontaneità.

A dirti il vero, Elena, ho trovato il compito di educare e di formare (purtroppo da sola, perché mio marito morì quando il figlio aveva tredici anni) estremamente difficile. Riprove di essere nel giusto, rassicurazioni che tutta la fatica non è andata sprecata, non ce ne sono né ce ne saranno mai. Un figlio tiene la propria madre all’erta: la spinge sempre a interrogarsi sulle sue vere ragioni. Dunque il rapporto implica un’apertura per entrambi, una possibilità di continuo sviluppo e di trasformazione. Anche se la madre è chiamata alla coerenza, a far combaciare idee espresse e azioni, ad offrire un esempio di umanità il meno vacillante possibile. La sua trasformazione sarà come lo scorrere di un’acqua segreta.

Per questo ti ho detto, all’inizio, che la maternità ha spalancato per me le porte della conoscenza. Ero più univoca, un tempo. Avevo più pregiudizi e più certezze. Percepivo meno cose. Avevo meno punte d’allegria. Quelle che a volte, davanti a mio figlio che ha ormai ventotto anni, mi fanno esclamare: “Se penso che potevo non averti mi vengono i brividi! Che vita triste, che monotonia!”. Lui ride. Sa che io parlo di lui, proprio così come è. Questo, credo, è amore materno. Non so dirti altro.

Buon lavoro e un saluto affettuoso

Grazia Livi

torna a ....