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Doranna Lupi

Le donne spezzano il pane divinamente

Da Miopia n.34, luglio 1999, numero monotematico RELAZIONI FEMMINILI.

 

C’è nella Bibbia una tradizione femminile che proviene sicuramente da tradizioni orali di donne del passato. Come è successo in altri casi, anche nella Bibbia questi racconti hanno subito trasformazioni e cancellazioni; ciò non ha impedito la conservazione di alcune storie o di alcuni frammenti delle nostre antenate. Nel corso degli anni le abbiamo cercate avidamente, le abbiamo lette e rilette e discusse insieme con grande interesse. Per donne di origine cattolica, abituate a una gerarchia sacerdotale solo maschile, non è stata cosa di poco conto scoprire figure di donne come le profetesse Miriam (Esodo) e Debora (Libro dei Giudici) oppure l’esistenza di storie che narrano belle relazioni d’amicizia e di solidarietà come quella fra Ruth e Noemi (Libro di Ruth).(1)

Se la fedeltà a noi stesse e alle altre è stato un valore fondante del nostro percorso, il desiderio e il piacere sono stati la fonte e l’energia da cui abbiamo attinto per proseguire. Una relazione nata nel nome di una solidarietà fra donne ancora poco consapevoli di sé si è trasformata in una relazione tra soggetti autonomi capaci di attingere da se stesse e dalle altre piacere, linfa vitale: una relazione tra donne desideranti.

La più alta espressione di questo evento si è concretizzata nelle nostre celebrazioni eucaristiche. Ho conservato gelosamente i testi di tutte queste celebrazioni. Esse rappresentano per me un’intensa memoria di libertà creativa, una medicina salutare soprattutto quando si entra nel campo, a mio parere squisitamente femminile anche se minato dal monopolio maschile, del sacro. Invece noi ci siamo prese ogni libertà: con gran soddisfazione abbiamo inventato canoni eucaristici che celebrassero la nostra amicizia, santificandone i valori. Ci siamo “benedette”. Abbiamo scelto brani biblici tratti da tradizioni femminili ridando autorità alle nostre antenate, abbiamo fatto memoria, rileggendo gli abomini inflitti alle donne di cui la Bibbia è ricca testimone, per non dimenticare che lo spirito delle donne che si risveglia alla libertà è anche uno spirito adirato. Abbiamo pregato insieme esprimendo nuovi immaginari del divino e nuovi modi di vivere ed esprimere la spiritualità. Con le donne più giovani abbiamo preparato celebrazioni per la nascita delle loro figlie/i. Di fronte a tutta la Comunità riunita in occasione di questa festa, le donne anziane, le sagge, hanno offerto a queste madri dei doni simbolici quali il latte primo alimento della vita, il miele ricco e denso di proprietà naturali, le spighe di grano frutto della terra ed hanno esortato la comunità a contemplare il dono della vita che incessantemente si rigenera.

Assaporando questa libertà come legittima e necessaria ci siamo spinte sempre oltre. Non saprei dire con certezza se questa sia la strada giusta da percorrere, di certo so che la percorriamo con grande agio e con un risveglio di desiderio e di creatività che ci fa sentir bene: è come se nel tempo prendesse corpo una sorta di tradizione in cui parole e gesti comuni, a noi familiari, riacquistassero senso e dignità. E allora vai!... Con i “paramenti sacri”... Non sono mai mancate sui tavoli delle nostre celebrazioni tovaglie ricamate, stoffe colorate, fiori. Paramenti improvvisati con una tale naturalezza da fare invidia alle più belle cattedrali. E cosa dire della spontaneità dei gesti simbolici? Le donne spezzano il pane divinamente! Ma altrettanto divinamente accendono candele invocando luce e calore, si ungono delicatamente con oli profumati, amano cantare e ancor più danzare. A questo "banchetto della festa" le donne della mia Comunità hanno cucinato, una volta tanto, solo per se stesse e per le altre e tutti sanno di quali prodigi deliziosi esse sono capaci. Ho mangiato cibi cucinati in mille modi diversi e ricordo tavolate di profumi, sapori e forme di ogni tipo. Spesso abbiamo concluso i banchetti visitate dalle "dee sporcaccione" (Vedi Donne che corrono con i lupi di Pinkola Estés) e le grasse risate mi risuonano ancora dentro.

Tutto questo oggi per alcune donne della mia Comunità fa parte del vissuto, del già sperimentato: a molte di noi, anche nei momenti misti, basta uno sguardo per evocare il ricordo di quei momenti. Ecco perché quando ripenso al percorso che condivido con Carla, Luisa, Cristina, Sara, Chiara, Maria Grazia, Tiziana, Cecilia, Fiorentina, Patrizia, Franca, Caterina, Maria e le altre mi emoziono molto! Perché rivivo il piacere profondo e intenso del processo di rinascita in atto tra noi. Perché riconosco nell’esperienza di un percorso comune l’origine della forza necessaria per affrontare la paura di perdermi, la paura del conflitto e andare avanti. Perché è l’unico luogo dove ho dato risposta al mio bisogno di voci e parole di donne, dove ho soddisfatto il mio bisogno di ascoltare con ammirazione maestre, filosofe, scienziate, madri spirituali. Dall’esterno questi bisogni appaiono come ossessioni. Ma ho letto da qualche parte (!) che sono proprio le nostre ossessioni più ostinate ad avere un grande potere.

Doranna Lupi

1) Ho avuto la grande fortuna, negli ultimi quindici anni, di vivere un percorso in compagnia di molte altre donne della Comunità Cristiana di Base di cui faccio parte e quando ripenso a questa esperienza mi emoziono sempre molto.

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