E’ un’apologia del matrimonio, del buon vecchio matrimonio, con tanto di sposa ingenua e decisa a sacrificarsi “totalmente” per il suo amato, in contrapposizione a un tipo di donna più scafata e non disposta ad accettare un tale capestro: Julianne (Julia Roberts). Nei film di qualche decennio fa tale donna non sottomessa veniva regolarmente fatta morire; ora invece, gloriamus!, deve solo accettare il ruolo di damigella anziché quello di sposa. Lui infatti vuole sposare l’ingenua, e in ciò è decisissimo, irremovibile, così la scafata – che è una ex di lui e che non è mai riuscita a farsi amare così – resta per tutto il film, tra un dispetto e l’altro, a guardare questo amore perfetto... e alla fine ne fa anche un pubblico elogio.
La sposa ideale molla l’università per sposarsi; non ha contrattato minimamente il futuro stile di vita matrimoniale, essendo decisa a fare solo quello che vuole lui. Eppure è ricchissima e provvista di due genitori che si presumono dotati di qualche capacità mentale (anche se non si direbbe, dato che non fanno proprio nulla per dissuadere la figlia dai suoi insensati propositi). Il matrimonio viene celebrato come se fosse una roccia, benché a noi che osserviamo sia evidente la sua fragilità. E su questa roccia simbolica inciampa e si fa male, molto male, la povera Julianne. Ed è da immaginare che si facciano male anche molte ragazze: perché quel che il film giudica e condanna radicalmente, è il loro meditare, il loro riflettere, il loro soppesare... vince quella che si butta via subito, che non pone condizioni.
C’è una violenza enorme in questo film leggero, fatto di battute e di luoghi comuni: nel film e nella vita, le ragazze come Julianne incontrano uomini che forse le amano ma non abbastanza, e con cui esse non sono placate nel profondo... ed ecco, quello che a loro non è mai capitato, che forse non capiterà mai, cioè un uomo totalmente innamorato, capita a una ragazzina che veramente non ha né arte né parte. Julianne con ‘sto ragazzo ha avuto momenti belli e brutti, ha condiviso lutti, fatto bellissimi viaggi... tutto cancellato, tutto superato, tutto di una qualità inferiore alle emozioni ora suscitate in lui dalla nuova candidata.
Abbiamo detto che c’è un uomo totalmente innamorato: così lui dice di essere, e così viene detto nel film anche dagli altri... Ma questo uomo “totalmente innamorato” non è cambiato in niente, ha solo trovato una sorta di idolatra che gli vuole stare accanto come se lui fosse un dio, ed è così rispettosa da non voler neanche sgualcire una piega di tale vita divina.
Questo matrimonio è preceduto da una serie di feste che durano giorni: e, anche se è esperienza comune che i matrimoni sono motivo di stress e di litigi, nel film tutta la macchina matrimoniale, compresi i complessi preparativi, viene presentata come un momento magico, terapeutico, di comunione, non solo per i due sposi ma anche per gli amici e la numerosissima parentela.
Tutti gli ammennicoli di matrimoniale usanza vengono magnificati: l’anello, i vestiti, la cerimonia, addirittura il viaggio di nozze, che inizia nel giardino di lei, mentre i due se ne vanno in macchina, con una serie di getti d’acqua che s’innalzano, ben illuminati nella notte, al passaggio dell’automobile...
In tutta questa melassa, falsità, terrorismo psicologico, c’è una parentesi di autentico divertimento e di realtà: l’amico gay. L’amico gay che finge di essere sessualmente interessato a Julianne, che le palpa le tette, dà pacche sul culo alle altre donne, è una parodia realistica del maschio eterosessuale.
Quest’uomo che finge, che è altro come siamo altri tutti noi che guardiamo, è un porto di sanità mentale. Le insensate comunicazioni telefoniche di Julianne lo raggiungono mentre egli fa cose tranquille e sensate, come un pranzo in casa con commensali evidentemente colti e vivaci, come assistere ad una conferenza, ecc.
Si invidia questo gay e tutti i gay e le lesbiche del mondo per la loro estraneità rispetto a questa farsa.
Come Pretty woman, anche questo è un film reazionario. Anche qui c’è una grande accozzaglia di assurdità; ad esempio Julianne, a neanche ventotto anni, è una stimata e temuta conoscitrice di cibo ristoranti ecc. e scrive libri sull’argomento; ma questo è detto all’inizio e poi non c’è nulla che ci ricordi che ‘sta ragazza è ancorata a una realtà, ha fatto delle scelte, ha degli impegni. Julianne si perde nel delirio del pre-matrimonio di questa coppia come una naufraga attaccata ad un pezzo di legno, oltre il quale c’è il nulla...
Nel film, fra le tante frasi minatorie: “bisogna dire subito se si ama qualcuno, altrimenti passa il momento e lo si perde”. Questa è sapienza della ventenne, mentre la vecchia di ventotto anni, che ad esempio commetteva il peccato di non voler essere abbracciata lungamente in pubblico, si trova sola.