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Editoria elettronica: un difficile decollo


In fondo è più o meno da un trentennio che molti/molte di noi fanno lettura elettronica: email e siti internet, per non parlare di tutte le ore passate davanti a un monitor di computer usando un elaboratore di testi.

Tuttavia fino a pochi anni fa ci avrebbe fatto venire mal di testa la sola idea di leggere tutto un libro su uno schermo di computer.

Il grande cambiamento è arrivato con i lettori di libri elettronici basati sulla tecnologia detta e-ink (1), dallo schermo chiaro e opaco, non luminoso. Si leggono alla luce naturale o di una lampada.

1) “La carta elettronica (ingl. electronic paper), conosciuta anche come e-ink o e-paper, è una tecnologia di display progettata per imitare l’aspetto dell’inchiostro su un normale foglio. A differenza di un normale schermo, che usa una luce posteriore al display per illuminare i pixel, l’e-paper riflette la luce ambientale come un foglio di carta. Questa tecnologia è stata inventata nel 1996 da Joe Jacobson, fondatore di E-Ink, ed è attualmente la tecnologia più utilizzata per i più diffusi lettori eBook.”
(da Wikipedia)

Per quanto questi apparecchietti continuino a migliorare, non sono ancora il miracolo che viene pubblicizzato (“E’ come leggere sulla carta!” Beh... non esageriamo!). Comunque sì, questi schermini opachi ci permettono finalmente di leggere un libro, tanti libri elettronici senza ritrovarci con gli occhi e il cervello a pezzi.

Svantaggi? L’ebook non si può “sfogliare” con l’elasticità di un libro; chi lavorava sui libri usando post-it deve abituarsi a usare i segnalibri elettronici, e ogni modello di ebook ha un modo diverso; chi suole addormentarsi a letto con il libro in mano è bene che prenda qualche precauzione perché l’ebook non cada per terra (questi aggeggi sono poco amici degli urti).

In compenso con l’ebook non perdi mai “il segno” perché la macchina si riaccende sulla pagina che stavi leggendo; puoi cercare una parola o una stringa di testo nel libro come già facevi con il computer; scegli tu la dimensione dei caratteri; se vuoi scaricare un libro, gratuito o a pagamento, lo fai in un secondo. E in un lettore ci stanno centinaia o migliaia di libri elettronici.

Ma c’è un “ma”.

Fino a un paio d’anni fa questo “ma” era enorme.

Se cercavi genericamente ebook, nella speranza di trovare qualche lista di titoli disponibili, navigavi di qua e di là per delle mezzore e scoprivi la trappola del doppio significato di ebook:

1) ebook = libro elettronico da leggersi su un dispositivo

2) ebook = dispositivo per leggere testi elettronici

Tu cercavi l’ebook nell’accezione n.1 e la rete ti restituiva un sacco di offerte relative all’accezione n.2, lettori di tutti i tipi e tutti i prezzi, sconti, offerte speciali ecc.

Ancora più frustrante era cercare un titolo specifico in ebook: via ancora a cliccare disperatamente da un link all’altro... alla fine inciampavi nelle fatidiche parole: “copertina morbida, brossura, spese di spedizione...” se non fosse stato per questi particolari neanche ti saresti accorto che quello NON era il benedetto ebook di cui parevano prometterti la vendita!

Insomma 98 volte su 100 l’ebook, inteso come testo, era uno specchietto per allodole per tentare di venderti il libro di carta (e di elettronico restava solo la vendita).

Insomma c’erano i Lettori, intesi come macchinette elettroniche, reader (sì, anche qui bisogna abituarsi al polisenso: il lettore non sei solo tu che leggi, ma anche quell’affarino dallo schermo bigetto, l’ebook reader); ma non divaghiamo: c’erano, dunque, i Lettori... ma non c’erano i Libri, gli ebook da leggere!

E non dico “c’erano pochi ebook”. Non c’era niente, ma proprio niente, almeno di quello che ti interessava. (“Migliaia e migliaia di titoli disponibili!” diceva a quei tempi la pubblicità di Amazon. Sì, grazie, in inglese...)


Qualche anno fa un sito spagnolo pubblicò un articolo intitolato significativamente:

NON VOGLIONO VENDERCI EBOOK

L’autore dell’articolo era un “lettore forte” che dichiarava che avrebbe comprato ben volentieri i libri elettronici, meglio se a un prezzo ragionevole. Ma non li trovava.

La soluzione?

«I siti “alternativi” di download. Fori e web che compilano libri per il download. Non è facile trovare le ultime novità e la varietà dei libri disponibili è (per il momento) limitata. Ma c’è quel che c’è, ed è gratis. [...] Se un negozio online me li offre a buon prezzo [gli ebook che cerco], in modo semplice e in un formato compatibile con il mio lettore di ebook, entro subito e li compro. Però non posso, non esiste tale libreria. E sapete cosa succede? Che mi sto abituando a cercare i libri in internet e a scaricarli gratis. E ogni volta (è l’esperienza) mi risulta più facile trovare quel che cerco».

In effetti c’erano almeno un paio di siti importanti che, previa iscrizione gratuita, permettevano di accedere a una grossa quantità di titoli. In gran maggioranza in lingua spagnola.

Allora cosa si va a pensare? Che magari in qualche stato di lingua spagnola dell’America del sud non hanno tanto il senso dei diritti editoriali...

2) Un server, detto in soldoni, è un computer (e relativo software) che ospita siti web. In genere è di proprietà di compagnie più o meno grosse che provvedono servizi informatici a terzi.

E invece no. Il server (2) dei siti suddetti risultava statunitense. Il fatto che, per anni, almeno due grossi e noti siti abbiano eluso la vigilanza della polizia federale è tanto strano da farti fantasticare su misteriose guerre commerciali. Certamente in tutta Europa tale offerta “pubblica” di libri coperti da diritti sarebbe stata impossibile.

Facciamo un esempio: LiberLiber è uno storico legalissimo e pregevole sito italiano, pioniere nell’offerta gratuita di testi “liberi”, cioè non più coperti da diritti per scadenza dei termini temporali. Qualche anno fa un editore contestò a LiberLiber la pubblicazione in rete di certi scritti di Gabriele D’Annunzio. I responsabili del sito erano certi che la contestazione era infondata ma ritirarono dal sito i testi in questione perché, semplicemente, non potevano permettersi il costo di una causa legale. Figuriamoci, quindi, se qualcuno poteva sognarsi di mettere in rete, non tanto dimenticate opere dannunziane, ma libri in piena fioritura commerciale.

Tornando “all’ebook che non c’è”: è ben comprensibile la grande lentezza e prudenza con cui le case editrici si sono mosse sulla strada del libro elettronico. Perché infatti una casa editrice dovrebbe pubblicare un ebook quando un cracker (3) può trovare il modo di aggirare le protezioni elettroniche e offrire il libro gratuitamente da un server situato in qualche punto del vasto mondo? (senza neanche prendersi il disturbo di digitalizzare un testo stampato e correggere almeno i più grossi e inevitabili errori “da scanner”!)

3)  “Il termine cracker (della lingua inglese), in ambito informatico, indica una persona che si ingegna per eludere blocchi imposti da qualsiasi software al fine di trarne profitto.”
(da Wikipedia).

È evidente che una situazione di “pirateria facile” potrebbe portare, alla lunga (ma neanche tanto), alla distruzione dell'editoria e dello stesso “prodotto libro”, come fino a oggi l'abbiamo inteso, di carta o elettronico che sia.


Orbene, nella primavera di quest’anno è successo qualcosa: i mega-siti in questione sembrano essere stati messi fuori gioco, per effetto, forse, di una maggiore vigilanza a livello internazionale e di governi locali.

Molto recentemente, sembra essere successo anche qualcos’altro: le maggiori case editrici (quelle italiane, per lo meno) hanno cominciato a produrre un numero di ebook finalmente significativo e la situazione sembra migliorare di settimana in settimana.


Dire che i due eventi (fuori i pirati, dentro le case editrici) siano altra cosa che una coincidenza, sarebbe ancora avventurarsi in congetture fantasiose. Però, che razza di coincidenza!

La disponibilità di ebook è comunque ancora molto lontana dall’essere soddisfacente: se da una parte fioccano le pubblicazioni elettroniche di novità e di libri ben posizionati nel cartaceo, d’altra parte la situazione dei “fuori catalogo” è ancora un disastro. Si spera che le case editrici non tardino molto a pubblicare in ebook le centinaia di libri non più disponibili ma a tutt'oggi ricercati, la cui ristampa potrebbe risultare antieconomica ma che potrebbero essere riproposti in ebook a costi minimi.


Un’ultima osservazione: in questi anni di transizione all’elettronico, sorprendentemente, non si è vista sorgere un’editoria elettronica indipendente e visibile, a parte il fenomeno delle auto-pubblicazioni in Amazon.

Ma questa è un’altra faccenda, su cui varrà la pena di tornare.

Gastone Redetti

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