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La forza della mente

Regia di Mike Nichols

Wit, USA 2001
con Emma Thompson, Audra McDonald, Eileen Atkins, Jonathan M. Woodward
Sceneggiatura di Emma Thompson e Mike Nichols. Da un testo di Margaret Edson (premio Pulitzer per il teatro 1999)


Una locandina
Una locandina

Questo non è un film da consigliare come intrattenimento. Solo ricordare che esiste. Un prodotto da pronto soccorso da usare quando serve.

Facciamo la conoscenza di Vivian, la protagonista, in ospedale. A colloquio con un medico che le ha appena diagnosticato un cancro. Anche il medico, come Vivian, è docente universitario. Per cui è tutto uno scambiarsi titoli, complimenti, rispetto. Vivian, nel suo lavoro, è considerata una potenza. È specializzata in poesia inglese del ‘600 ( John Donne in particolare).

Il docente medico le propone di sottoporsi a una terapia sperimentale, con dosi superiori a quelle applicate fino a quel momento.

Vivian accetta. Anche lei condivide, con il professore medico, la passione per la ricerca, per la conoscenza.

Però il professore medico rimane lì, sulla terra solida dei sani, mentre Vivian precipita dentro i gironi di cure dannate che non guariscono e aumentano la sofferenza.

Eileen Atkins nella veste di docente di Vivian in un flashback del film La forza della mente
Eileen Atkins nella veste di docente
di Vivian in un flashback del film

Perde i capelli, viene sottoposta a esami invasivi e debilitanti, i suoi anticorpi calano mentre come cavia, ma una cavia speciale, una cavia d’élite, le misurano quello che ingoia e quello che vomita, per vedere quanto riesce a trattenere.

L’ambizione del grande professore medico e del suo giovane assistente, Vivian la conosce. L’ha messa in pratica lei stessa per molti anni.

È stata una docente bravissima e inflessibile, sorda a ogni richiamo che non fosse quello di un’intelligenza come la sua.

È ancora piuttosto giovane, quando inizia la terapia che non è terapia: 48 anni.


Devastante deve essere la caduta, da tanto ingegno, a questo corpo sofferente in una camera d’ospedale.

Vivian (Emma Thompson), come alunna,<br>nella stessa scena
Vivian (Emma Thompson), come alunna,
nella stessa scena

Poiché, in ospedale, vediamo presto Vivian sempre senza capelli, l’attenzione si fissa subito, nei flashback, sui suoi lunghi capelli quand’era studentessa, e sul suo caschetto quand’era docente.

Assistiamo, in uno di questi flashback in cui Vivian è ancora una studentessa di belle speranze e di molti talenti, a un severo colloquio con la docente E. M. Ashford, di cui riportiamo uno stralcio(*):




Parta dal testo, signorina Bearing, non da un sentimento.
“Morte, non esser fiera, pur se taluni t’abbiano chiamata terribile e possente, perché tu non lo sei.”
[...]
Nell’edizione che lei ha scelto, questo profondo e semplice significato... viene sacrificato a una punteggiatura isterica.
“E la Morte”, M maiuscola, “non esisterà più”, punto e virgola. “Morte”, M maiuscola, virgola, “tu morirai”, punto esclamativo.
Se predilige questo genere di cose, allora scelga Shakespeare.
L’edizione della Gardner dei Sonetti sacri... si rifà al manoscritto Westmoreland... Le assicuro che l’unica ragione per cui insisto su questo punto... è perché Helen Gardner è un’illustre studiosa.
Si legge:
“E morte più non sarà”, virgola. “Morte tu morirai.”
Solo un respiro, una virgola, separa la vita da quella che è la vita eterna. È molto semplice.
Ripristinando la punteggiatura originale, la morte non è più qualcosa... che gesticola su di un palcoscenico coi punti esclamativi. È una virgola. Una pausa.
In questo modo, senza compromessi, s’impara qualcosa da questa poesia, non crede? La vita, la morte, l’anima, Dio, il passato, il presente.


Poi ecco Vivian docente. Inflessibile. Persino crudele con un alunno che ha avuto un lutto.

E come si pente di questi atteggiamenti durante gli ultimi mesi di vita.

Vivian e l’infermiera Susie (Audra McDonald)
Vivian e l’infermiera Susie (Audra McDonald)

La capo infermiera Susie la assiste con gentilezza, con compassione. Alla fine le suggerirà di dichiarare di non voler essere rianimata.

Poco prima che Vivian muoia, viene a trovarla l’antica docente. È abbigliata come una befana e ha una permanente scompigliata.

Quando compare in corridoio e la si vede per la prima volta, si ha un colpo al cuore: proprio così dovevano rappresentarla?

La docente, ormai in pensione, è venuta in città per vedere un pronipotino.

Non sapeva della malattia di Vivian.

Si siede sul letto accanto alla malata, le chiede se vuole che le reciti qualcosa di Donne.

Vivian mugola un no.

Allora la docente befana trae dalla borsa un libretto con una fiaba, Il coniglietto fuggiasco, e lo legge a Vivian che ascolta pacificata.


L’abbraccio dell’antica docente a Vivian moribonda in ospedale
L’abbraccio dell’antica docente

C’era una volta un piccolo coniglietto che voleva scappare. Così disse a sua madre: io sto scappando.

Se scappi, gli disse sua madre, io ti correrò dietro, perché tu sei il mio piccolo coniglietto.

Se mi correrai dietro, disse il piccolo coniglietto, io diventerò un piccolo pesce in un torrente di trote... e nuoterò via da te.

Se diventerai un piccolo pesce in un torrente di trote, disse la madre, io diventerò un pescatore, prenderò la mia lenza e ti pescherò.

(Ah, guarda. Una piccola allegoria dell’anima. Ovunque si nasconda, Dio la troverà. Vedi, Vivian?)

Se tu diventerai un pescatore, disse il coniglietto, io mi trasformerò in uccello e volerò via da te.

Se diventerai un uccello e volerai via, disse la madre, io sarò l’albero sul quale ritornerai a posarti.

(Ah, molto saggio.)

Che strazio!, disse il piccolo coniglietto, allora vorrà dire che resterò dove sono, mamma, e sarò il tuo piccolo coniglietto.

E così fece.

Prendi una carota, disse mamma coniglietta.


“Magnifico. ― conclude la befana ― È ora di andare. Che voli d’angelo possano condurti con canti al tuo riposo”.



Susie allontana con un gesto l’assistente del professore (Jonathan M. Woodward), perché non tocchi il corpo di Vivian
Il gesto di Susie che allontana l’assistente
del professore (Jonathan M. Woodward)

Ormai Vivian è incosciente, il giovane assistente del professore vuole riportarla in vita, chiama il “codice blu”. Arriva di corsa il personale specializzatissimo, che comincia a mettere Vivian in trattamento.

Ma Susie si precipita come un angelo di giustizia e riesce a fermare l’equipe mostrando l’ordine scritto di non rianimare, firmato dal professore, con cui Vivian aveva parlato.

Gli uomini del codice blu si allontanano. Il giovane assistente, lo vediamo sconvolto.

Allunga una mano verso Vivian ma Susie lo blocca.

Il ragazzo va via.

L’infermiera resta sola e inizia ad occuparsi, rispettosamente, pietosamente, del corpo martoriato di Vivian.

Elena Fogarolo


(*) Il brano del colloquio e il testo della favola Il coniglietto fuggiasco di Margaret Wise Brown, con i commenti della docente, sono tratti dal sito www.cswap.com.
I sottotitoli completi del film si possono leggere in italiano all’indirizzo: http://www.cswap.com/2001/Wit/cap/it/

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