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Mona Lisa Smile
Regia di Mike Newell
USA, 2003
con Julia Roberts, Kirsten Dunst, Julia Stiles

Autunno 1953.

Mentre Katherine Watson si avvicina in treno al college dove insegnerà per un anno storia dell’arte, sul giornale scolastico già si sta preparando una breve biografia di lei: intelligente ma con scarsi titoli accademici, preparata ma forse non adatta all’ambiente conservatore che l’aspetta.

Katherine è preceduta quindi da una fama di donna eccessivamente liberal.

Il treno arriva, Katherine rifiuta il taxi e cerca la fermata dell’autobus. Così sappiamo subito che la nuova insegnante è una ragazza povera.

Julia Roberts
Julia Roberts interpreta Katherine Ann Watson, docente d'arte

Katherine si presenta alla sua prima lezione. Ne esce delusa e frustrata, però è una persona coscienziosa e affronta di petto, senza tergiversare, il primo problema delle sue alunne: sono tutte delle grandi secchione. E i secchioni, è noto, sono anche convinti di saper tutto. Come le sue alunne: studiano il manuale e credono di essere istruite.

Katherine quindi già alla lezione seguente presenta alla classe delle diapositive con illustrazioni che non sono presenti nel manuale, in modo da evitare lo snocciolamento di date, e invita le ragazze a tirar fuori quello che pensano loro, in prima persona, dell’arte. Una provocazione, ma senza teatralità.

Siamo negli anni Cinquanta, quando i college femminili degli Stati Uniti subirono un profondo cambiamento: prima erano stati dei centri prestigiosi, fieri, della nuova cultura femminile. Dopo la fine della seconda guerra, diventarono una specie di corsi cardati di economia domestica.

Di questo si può trovare un ampio appassionato resoconto nel libro La mistica della femminilità di Betty Friedan, che ha svolto una radicale critica di quell’insegnamento. (In alcune edizioni DVD di questo film, ci sono, fra gli extra, degli interessanti documentari su questo argomento).

Lezione con le diapositive

Katherine è un’insegnante all’antica: tenace, vuole risvegliare il senso critico delle alunne. In ciò viene aiutata dalle ragazze. Perché, Socrate insegna, i giovani amano imparare. Amano far scaturire da sé, dare un nome, all’anelito di conoscenza che rende così dolci l’infanzia e la giovinezza.

Il film ha il grande pregio di mostrarci un mondo di ragazze: le aule, le lezioni, e poi gli alloggi per le studentesse, le faccende d’amore che si intrecciano con l’interesse per lo studio.

Si parla di contraccezione nel college

È difficile trovare un film di formazione con le ragazze come protagoniste. A volte devi ripiegare su un film per bambine. Per cui Mona Lisa Smile ha dalla sua parte il merito innegabile di mostrare un mondo su cui il cinema si sofferma molto poco.

Queste ragazze non sono, nell’insieme, del tutto simpatiche. Docili, ligie, servili persino e spesso inaffidabili. E quando parlano tra loro, salta spesso fuori una che giudica lo stato dell’imene di altre.

Kirsten Dunst nei panni di Betty

Di alcune il regista ci racconta qualche dettaglio, ma ci soffermeremo solo su Betty Warren, interpretata da Kirsten Dunst.

Betty è figlia di un’ex alunna del college, è intelligente ma radicata nel conformismo che la circonda e prende subito in antipatia Katherine, secondo lei una bohemienne troppo liberal.

Katherine non ha bisogno di fare guerra a Betty. Certo si indigna quando un articolo della ragazza, apparso sul giornale del college e relativo alla diffusione di contraccettivi nel campus, causa il licenziamento di Amanda, la generosa infermiera con cui Katherine è entrata subito in sintonia.

Però Amanda non è troppo addolorata per l’accaduto. L’anno precedente era morta la sua compagna, docente del college. L’infermiera vive il licenziamento anche come una liberazione, una spinta a uscire da un mondo dove oramai veri amori non la trattengono più e a cercare, fuori dal college, una nuova vita.


Il matrimonio di Betty

Come molte ragazze in quegli anni, Betty si sposa mentre è ancora alunna del college, in novembre. Anche Katherine, con sua sorpresa, viene invitata al matrimonio. Un matrimonio in pompa magna, dove sono stati invitati tutti.


Le famiglie appoggiano la scelta di Betty e il corpo docente tollera benevolmente le assenze.

Non così Katherine: quando la neo sposa torna, dopo le vacanze natalizie, ancora più arrogante, lo scontro tra le due donne sale di tono. E alla prima occasione, sarà la volta di Katherine di essere oggetto degli strali della giovane giornalista.

Non viene accusata di niente: solo di essere troppo moderna, in sostanza.


Betty si permette di definire Katherine, nel giornale del college, come una donna che ha dichiarato guerra al matrimonio e che vuole sfidare il ruolo per il quale le donne sono nate... addirittura!

Nel frattempo, fuori dal campus, Betty, guidata dalla madre nella fase prematrimoniale e nell’immediato trasferimento alla casa maritale, si scontra con altre realtà, diverse da quella ovattata del collage dove il suo status sociale le permetteva, o addirittura incoraggiava, comportamenti ingenerosi.

Studiando un quadro: lezione d'arte fuori dal college

Spinta dalla madre, Betty crede di poter manovrare il marito come le va meglio. La madre spiega a Betty che l’importante è che un uomo creda che in casa sua si viva secondo la sua volontà... poi una brava moglie si arrangia a modo suo.

Però a Betty le cose vanno diversamente.

Il marito di Betty detesta platealmente la futura moglie che gli mente, che vuole abbindolarlo agganciandolo a promesse che lui non ha mai fatto e trova tutte le scuse per fermarsi al lavoro fino a a tardi, e per partire da casa in anticipo. Presto Betty scopre la verità: il marito ama un’altra..

Questo matrimonio senza amore tra due giovanissimi non è molto credibile: entrambi così calcolatori, appena usciti dall’adolescenza... Dobbiamo prendere la storia così com’è, anche se sembra inverosimile.

Le famiglie dei neo sposi cercano di rattoppare la crisi dei giovani, assicurano che a tutti capita qualcosa che va storto, all’inizio.

Ma Betty capisce che la madre, ottima organizzatrice di eventi, una leader della sua società, per quanto riguarda i sentimenti non è una guida affidabile.

La prof di arte, che ha avuto un fidanzato giovanissima come la stessa Betty ma che non si è sposata perché è scoppiata la guerra e al ritorno dalla guerra il fidanzato era diventato uno sconosciuto, questa prof tanto avversata non aiuta Betty direttamente. Betty non l’ha voluto.

Però, con la crisi del suo precipitato e breve matrimonio, la ragazza si guarda intorno e vede che Katherine le ha proposto e le propone ancora altre strade, altre maniere di crescere.

Katherine non ritornerà a quel college, l’anno seguente. Non viene cacciata, non ci sono ragioni sufficienti per farlo, anzi: un numero sorprendentemente alto di alunne vuole frequentare il suo corso.

Ma si vorrebbe imporre tali restrizioni al suo insegnamento che Katherine si sente costretta ad andarsene.

Causa dell’irrigidimento della direzione del college è stata, almeno in parte, Betty, che nel congedo, quasi in lacrime, racconta a Katherine che andrà all’università, forse studierà diritto. Forse a Yale. E l’anno seguente qualche volta avrebbe fatto un salto al college, per incontrare la prof. È il suo modo di chiedere scusa.

Katherine, solo in questa occasione , del tutto apertamente anche se con un mezzo sorriso, fa capire quanto le è costato tenere a bada i sentimenti negativi verso l’alunna così indisponente ma vittima di pesanti condizionamenti.


L’anno scolastico è finito.

L'addio alla docente

Katherine se ne va in taxi: ora è meno povera di quando è arrivata. È seguita per un pezzo di strada dalle alunne in bicicletta. Poi l’auto prende velocità, le ragazze restano lontane...

Katherine sorridendo le guarda, sempre più indistinte... lei, dove andrà? Chissà... Forse passerà un anno in quell’Europa tanto sognata, a vedere finalmente di prima mano le opere d’arte che sono la sua passione.

L’inizio del film ci ha mostrato Katherine che arrivava mentre la macchina da scrivere di Betty buttava giù alcune impressioni malevole sulla nuova insegnante.

La partenza di Katherine è segnata dallo stesso ticchettio: l’ultimo editoriale di Betty. Che ha accettato la complessità di Katherine e ne è stata mutata, e che difende quindi a spada tratta l’insegnante-maestra.

Betty adesso sa che non è negativo in partenza quello che non si può incasellare. Che si possono e si devono sopportare anche le critiche di un ambiente che non approva le tue idee né tanto meno le tue scelte.

I toni di elogio per l’insegnante sono ingenui, altisonanti e imbarazzanti, ma così deve essere: Betty si sta schiudendo a una nuova vita, si è tolta un’armatura, ha fatto domanda di divorzio e torna a essere una adolescente. Ha imparato che la vita è enigmatica. Come appunto il sorriso di Monna Lisa.

Elena Fogarolo

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