torna al livello superiore

Un te con Mussolini

Regia e soggetto di Franco Zeffirelli


Tea with Mussolini, Italia-R.U. 1999,
con Cher, Maggie Smith, Joan Plowright, Judi Dench, Lily Tomlin, Baird Wallace


Arabella (Judi Dench) e Mary (Joan Plowright)<br>in una via di Firenza
Una locandina
(Link da images.moviepostershop.com)

Firenze 1935. Nella città vive una nutrita comunità inglese che gode del clima, delle opere d’arte e anche... del fascismo. In particolare Lady Hester, vedova di un ambasciatore britannico, è una grande ammiratrice di Mussolini, che ha conosciuto personalmente quando suo marito era vivo. Ognuno, nella comunità, interpreta in modo diverso il fascismo ma tutti ne sottovalutano la pericolosità.

La grande maggioranza del gruppo sono donne. Oltre a Lady Hester ci sono: Mary, che lavora come segretaria per un commerciante italiano di stoffe; Georgie, una lesbica molto sicura di sé; Arabella, appassionata d’arte e lei stessa aspirante artista; una giornalista appassionata soprattutto di uomini e altre donne meno caratterizzate. Molte sono abbastanza avanti con gli anni.

In mezzo a questo gineceo c’è Luca, un bambino italiano.

Luca è il figlio, nato fuori dal matrimonio, di una sarta che lavorava molto per le straniere e che è morta all’improvviso. Il padre del bambino è il commerciante di stoffe presso cui è impiegata Mary. L’uomo ritiene di star facendo suo dovere pagando la retta dell’orfanotrofio dove ha sistemato il piccolo. Ma Mary veglia sul bambino, vede la sofferenza che gli causa l’orfanotrofio e accetta alla fine di farsene carico e di tenerlo con sé.

Le altre inglesi aiutano Mary nel compito che si è assunta. A turno portano Luca a scuola e lo vanno a riprendere, cucinano per lui, gli danno lezioni d’arte e letteratura, lo conducono a vedere i musei...




Arabella (Judi Dench) e Mary (Joan Plowright)<br>in una via di Firenze
Arabella (Judi Dench) e Mary (Joan Plowright)
in una via di Firenze
(Link da http://ia.media-imdb.com)

Torna a Firenze Elsa, un’americana ricchissima e originale che è diventata ricca prima facendo l’attrice, poi sposandosi con un ricchissimo uomo molto anziano. Quando Elsa viene a sapere di Luca e della morte di sua madre, che le ha confezionato tanti vestiti, è turbata dal dramma del bambino. Pragmatica com’è, mette subito a disposizione una somma di denaro sufficiente perché Luca possa godere dell’indipendenza nella vita.

Intanto cominciano a sentirsi i venti della guerra che scoppierà negli anni seguenti. La propaganda fascista punta il dito contro gli inglesi.

A Firenze i fascisti compiono delle violenze ai danni della comunità inglese. Lady Hester ottiene un colloquio con Mussolini, che assicura solennemente la sua personale protezione e offre alla signora un te in stile inglese. Le parole di Mussolini risulteranno in seguito menzognere, ma sarà troppo tardi.

Il padre di Luca licenzia Mary: con i tempi che corrono avere una dipendente inglese potrebbe essere molto compromettente. Inoltre, se prima l’uomo voleva che suo figlio diventasse “un perfetto gentiluomo inglese” (e contava proprio su Mary per questa opera educativa), adesso spedisce Luca in un collegio austriaco perché impari il tedesco, convinto che questa sia “la lingua del futuro”.

Elsa con Georgie (Lily Tomlin)
Elsa con Georgie (Lily Tomlin)
(Link da http://ia.media-imdb.com)

Quando Luca prende il treno che lo porterà in Austria, è salutato in stazione da un insolito gruppetto di signore inglesi, che lo esortano a essere coraggioso citando frasi di Shakespeare. Siamo nel novembre del ‘35.

Passano gli anni, la guerra è ormai alle porte, per le inglesi di Firenze che si sono rifiutate di tornare in patria cominciano i veri guai. Sono le nemiche e debbono essere messe sotto custodia.

Intanto l’adolescente Luca non ne può più del collegio austriaco e torna in Italia per studiare arte, una vocazione che è stata risvegliata, anni prima, grazie alla sensibilità delle sue amiche inglesi.

Si mette subito a cercare Mary. La trova quando sta per essere caricata a forza dentro un pullman con destinazione sconosciuta.

Per fortuna il posto scelto dai fascisti per il confino delle inglesi risulta essere poco distante: è San Gimignano, la bella cittadina medievale dalle molte torri.

Qui Luca continua a vedere, clandestinamente, Mary e le sue compagne.

Elsa (Cher) illustra a Luca (Baird Wallace) la sua collezione di quadri
Elsa (Cher) illustra a Luca (Baird Wallace)
la sua collezione di quadri
(Link da www.moviemail.com)

Allo stesso tempo, Luca diventa intimo di Elsa, la sua sua benefattrice americana, frequenta la sua casa e l’aiuta nel recapito di passaporti, grazie ai quali diversi ebrei possono mettersi in salvo.

Elsa stessa è ebrea ma, innamorata pazza di un giovane avvocato italiano, non fugge e anzi segue tutti i consigli di lui e gli cede tutti i propri beni. L’avvocato finge di voler fuggire all’estero con Elsa ma in realtà il suo piano è di eliminarla consegnandola alla Gestapo e di restare in Italia con le ricchezze di lei, di cui si è appropriato.

Luca comprende il pericolo in cui si trova la sua amica ma lo vuole ignorare, talmente è geloso della nuova relazione di Elsa. Si sente usato e mortificato per averle fatto da “fattorino”. Adesso lei ha un altro, che le faccia lui da fattorino!

Quando anche gli altri amici di Elsa si renderanno conto delle macchinazioni dell’avvocato, sarà Mary a impartire una profonda e appassionata lezione di morale a Luca, che ha anteposto il proprio orgoglio personale al dovere di salvare una vita.

Poi Elsa riuscirà a fuggire, gli alleati arriveranno in Toscana e le nostre inglesi salveranno eroicamente le torri di San Gimignano, che i tedeschi in fuga volevano far saltare.

Cher e Zeffirelli sul set del film
Cher e Zeffirelli sul set del film
(Link da http://img.spokeo.com)

La sceneggiatura è vivace e movimentata fino alla fine, anche grazie a qualche licenza storiografica: i tedeschi in realtà non hanno mai tentato di far saltare le torri, azione da cui non avrebbero tratto alcun vantaggio, e le truppe alleate che liberarono la zona non furono scozzesi ma marocchine.

Tanti sarebbero gli avvenimenti e le relazioni interpersonali di cui parlare, ma qui ci importava soprattutto evidenziare un interrogativo che il film in qualche modo suggerisce.

In che modo si differenzierà dalla virilità corrente un uomo che sia cresciuto senza il modello costante di una mamma serva, quella madre che, per esempio, nelle pubblicità serve ancora e sempre in tavola come se tutti gli altri fossero invalidi?

Perché questa è precisamente la situazione di Luca in questo film, di cui Zeffirelli ha firmato, oltre alla regia, il soggetto: la situazione di un uomo cresciuto sotto la molteplice guida di donne indipendenti, colte, con proprie idee estetiche ed etiche.

Potrà un tale uomo comportarsi con le donne come i maschi cresciuti nella tradizione?

Il film si basa in parte su dati biografici di Zeffirelli, come il mancato riconoscimento da parte del padre e la morte precoce della madre. Quando scorrono i titoli di coda in cui si racconta brevemente cosa succederà in seguito ai vari personaggi, comprendiamo che, fra tante note chiaramente di fantasia, una è veritiera: quella che dice che Luca divenne artista e contribuì alla realizzazione di questo film.

Elena Fogarolo*

* Questa recensione è tratta da una bozza scritta da Elena nell’autunno 2014 e non rivista da lei.

torna al livello superiore