Simone de Beauvoir
Una donna spezzata
La Femme rompue, 1967
Prima edizione italiana: 1969
Il libro è pubblicato da Einaudi e contiene anche i racconti L’età della discrezione e Monologo
Ebook Euro 6,99 sia per Kindle (distr. Amazon) che per altri dispositivi (distr. Kobo).
È un libro così fresco che sembrerebbe scritto ieri, se non fosse perché non c’è la televisione e la gente ancora esce per andare a teatro e a mostre, e organizza cene e dopocena per passare il tempo. In casa ascoltano insieme l’ultimo disco. Cose da marziani.
È la storia di un matrimonio, ambientata negli anni Sessanta, a Parigi, e raccontata dalla protagonista, Monique. Lui è medico e lei studentessa di medicina quando si conoscono, alla fine della seconda guerra mondiale. Lei rimane incinta e si sposano.
Con il matrimonio, lei abbandona l’università.
Questo abbandono dell’università dopo la prima figlia non è molto plausibile: per quanto in quegli anni non fosse cosa comune per una donna continuare a studiare dopo il matrimonio, Monique aveva scelto la facoltà di medicina pensando di seguire le orme paterne, per diventare, come il padre, un medico vicino alla gente più bisognosa... quindi, perché ha piantato tutto ?
Monique e il marito si sono amati, da giovani, moltissimo e seguono amandosi, anche se hanno avuto qualche difficoltà, qualche scontro. Ma tutto superato, tutto vinto dall’intesa profonda che li unisce.
Hanno due figlie: una, come la madre, ha abbandonato l’università per sposarsi, mentre l’altra, con un carattere più indipendente, si è trasferita negli Stati Uniti.
Monique, dopo le vacanze trascorse nel sud della Francia, accompagna il marito all’aeroporto di Nizza, dove lui prenderà un aereo diretto a Roma, per un congresso.
Lei, dopo una ventina d’anni di figlie e marito, si gode i primi giorni di solitudine conducendo l’auto in tutta libertà.
Ma la libertà dura poco: la figlia sposata, Colette, non sta bene.
Monique in fretta torna a Parigi.
Pare che il problema della figlia non sia una cosa seria.
Una tegola più grossa si abbatte su Monique: il marito le confessa che ha un’altra donna.
Lei si confida con la sua migliore amica, che le suggerisce di non dare troppo peso alla cosa, che passerà.
Monique cerca di seguire i consigli dell’amica. Ma non le riesce. È sempre stata franca con il marito, la nuova situazione la mette in uno stato di disagio profondo.
Non fidarsi più del marito, questo non cessa di tormentare Monique. Anche perché la situazione diventa sempre più pesante. Il marito, ormai che ha parlato, si sente libero di passare più tempo con l’altra. In teoria vuole essere sincero, ma la sincerità sembra solo una strada che lo porta a ulteriori menzogne.
Ogni tanto i due litigano e allora altre mezze verità esplodono: non ti amo più... mi hai castrato.. mi hai costretto a sposarti... poi tutto viene rimangiato (parzialmente).
Il libro, a ogni rilettura, sembra più atroce. Forse il marito non è un mascalzone, può darsi che sia stato sincero quando all’inizio è sembrato dibattersi tra le due donne.
Ma di fatto lui ha più potere: lei non è in sua balia solo economicamente, è in balia di lui esistenzialmente. Lui ha il lavoro, è un membro molto apprezzato di una equipe medica prestigiosa, pubblica sia nelle riviste scientifiche che in quelle divulgative... e adesso ha questa relazione con un’avvocata di successo.
Un tipo di donna che a sentir lui non era di suo gusto, fino a poco tempo prima. Ma uno cambia idea.
Monique aveva una visione del mondo in cui la relazione con il marito era centrale. Vengono in mente le parole di quell’antico detto: non appoggiarti all’uomo – deve morire ecc.
Il mondo di Monique si screpola, comincia a perdere pezzi, infine crolla.
Passo a passo lei si rende conto che l’hanno stancata come si fa con i tori alla corrida, per colpirla sempre più a fondo. La breve storia con l’avvocata non è per niente breve, dura da più di un anno. E in precedenza il marito aveva avuto altre avventure.
Monique invece gli era sempre stata fedele. Aveva fatto proprio il comandamento di lui, che all’inizio – più ancora di lei – puntava sulla fedeltà assoluta. Ora lei precipita sempre più a fondo in un baratro...
Il marito alla fine, per il bene di tutti, ma è lui che lo dice e lui che decide, si trasferisce in un appartamentino ammobiliato.
Lei, dopo un viaggio in America per sentire se la figlia ribelle ha qualcosa da dirle di utile, ritorna ancora più misera a casa. Una casa che è vuota. Che sarà sempre vuota.
Si può vedere questo romanzo breve come una storia a tesi. L’autrice non si è mai sposata: leggendo questo racconto si capiscono le sue lucide idee in proposito. Anche se il pericolo maggiore sembra consistere, per de Beauvoir, più che altro, nell’essere una casalinga.
Monique è di una straordinaria ingenuità.
Del resto se quello che chiamiamo amore, lo facciamo diventare istituzione e abito mentale, una certa cecità lo accompagna per forza.
La sofferenza di Monique, che la fa ammalare anche fisicamente, è descritta in modo preciso dall’autrice, come fosse un medico che raccoglie i dati per una cartella clinica.
E che sembra, alla fine del libro, porre il cartello che si vede nei pressi delle cabine elettriche: attenzione pericolo di morte.
Elena Fogarolo