torna al livello superiore

Kawabata Yasunari

Il paese delle nevi

Yukiguni, Giappone, 1935-1937


Il libro è pubblicato da Einaudi.
Disponibile in ebook a Euro 6,99, sia per Kindle (distr. Amazon) che per altri dispositivi (distr. Kobo).



La copertina del romanzo Il paese delle nevi, di Kawabata Yasunari, edizioni Einaudi Tascabili
La copertina

Sembra un libro di fantascienza, tanto è diverso dai romanzi occidentali.

Il protagonista maschile è un uomo che non ha bisogno di lavorare: ha ereditato sufficienti ricchezze per vivere nell’ozio.

Ha, a Tokyo, una moglie e dei figli piccoli, ma si allontana a suo piacimento, senza dare spiegazioni.

Il Giappone che l’autore descrive è, per noi, un paese difficilmente comprensibile.

Il romanzo parla d’amore: in questo probabilmente l’autore ha cercato di adottare moduli occidentali. Ma, ai nostri occhi, di uno strano amore si tratta.

Il protagonista, a suo dire, è innamorato di una geisha che vive e lavora in un paese sulle montagne, dove tutti gli anni cade una grande quantità di neve. Durante il lungo inverno le ragazze, immobilizzate a causa della neve, un tempo filavano e tessevano una tela molto apprezzata. Ma ora è un’attività superata, non è più conveniente.

Di sesso, il libro non parla apertamente. Ne parla di striscio.

Veniamo a sapere “di striscio” che la geisha ha relazioni sessuali con il ricco straniero.

La ragazza ha un temperamento inquieto, dei dolori segreti che la squassano.

Qualcosa dei suoi patimenti dice all’amante, ma noi che leggiamo non riusciamo a tessere un vero filo della narrazione.

La ragazza sembra una farfalla che ha perso l’orientamento, chiusa in una stanza: sbatte di qui, sbatte di là , cade a terra, si rialza, si ubriaca, dice una cosa e poi fa tutto il contrario.

Il frigido turista si esalta davanti al calore dell’esistenza di lei. Ma non le porge un dito, non fa un gesto per aiutarla. La guarda agire, mutarsi, arrossire, correre via, andare da una festa all’altra per liberarsi il prima possibile del suo contratto di geisha. Si è impegnata infatti per quattro anni, di cui uno è già passato.

La geisha Matsuei, che Kawabata Yasunari conobbe nel 1934 e alla quale si ispirò per il personaggio di Komako
La geisha Matsuei, che Kawabata Yasunari conobbe nel 1934 e alla quale si ispirò per il personaggio di Komako

Perché l’uomo non la porta via? A Tokyo ci sono scuole di musica e di danza dove lei potrebbe diventare qualcuno.

L’uomo ricco è del tutto indifferente al destino della geisha. L’amore per lei è l’amore che un uomo del suo stampo, della sua classe sociale, prova per una geisha. Libero da impegni e senza problemi di soldi, va a trovarla solo una volta all’anno.

Alla fine del libro, la ragazza ha vent’anni.

L’uomo l’ha conosciuta quando ne aveva sedici. Allora non era una geisha. È diventata tale per aiutare una sua maestra di musica caduta in miseria. Così almeno sembra, perché la verità nelle parole della ragazza continua a mutare, e non sai mai se quello che dice è il motivo vero, o se c’è dell’altro che nasconde per vergogna.

Quello che noi vediamo è una ragazza poverissima, che come lavoro ufficiale fa la geisha ma che arrotonda prostituendosi.

L’amore di quest’uomo ricco è privo di compassione in un modo che a noi riesce incredibile.

Lui è attratto dai suoi gesti, dal suo affannarsi, dall’eleganza – sembra un’assurdità ma non lo è – del suo patire.

Per non farsi dare del pervertito, come capitò a Sade che pure era marchese, nei romanzi occidentali un uomo deve almeno mostrarsi preso da colei che dice di amare. Poi magari troverà qualche scusa per lasciarla, ma intanto deve agire, almeno per un po’, in modo romantico.

L’autore ha ricevuto il premio Nobel nel 1968 e nel 1972 si è suicidato.

Ho letto il libro, quand’ero adolescente proprio per via del Nobel. Non fui capace nemmeno di tirare una semplice conclusione.

Mi rimasero in testa solo le tarme domestiche, familiari... quest’uomo aveva una moglie da qualche parte, che si occupava anche dei suoi vestiti.

Sul resto, la nebbia più profonda.

Con gli anni, ho imparato a vedere alcuni nessi tra questo legame con una geisha in Giappone e alcuni rapporti con le prostitute, qui in occidente. Come l’indifferenza al destino della poveraccia che ti eccita, magari in modo meno raffinato di quello che può permettersi il ricco ozioso.

Ma penso che siano gli uomini, se vorranno, a doversi inoltrare di più in questi gelidi cammini.

Il libro finisce con un incendio: la prostituta esce dalla casa tenendo tra le braccia una ragazza morta. Fra le due c’era dell’inimicizia, ma non sappiamo il perché.

L’uomo ricco sta fuori a guardare tutta la scena, scaldandosi ai particolari che esteticamente lo toccano.

Elena Fogarolo

torna al livello superiore